Bracconaggio Le denunce non si fermano
L’ultimo caso a Carpenedolo. Il Wwf: « Un massacro senza fine»
Dieci i cacciatori già colti in flagranza nel Bresciano (a Ghedi, Corte Franca, Mairano, Rodengo Saiano, Paderno e Capriano) e decine i mezzi di caccia sequestrati. A Orio l’altro giorno denunciati in otto con 1.200 uccelli morti in valigia.
L’ultimo caso in ordine temporale, a Carpenedolo: le reti sui pali, pronte per la cattura, e i carabinieri del nucleo forestale che in piena notte pizzicano in flagrante un cinquantenne (con tanto di richiamo acustico al seguito) mentre prelevava i volatili imprigionati. In casa ne aveva altri, tordi, pronti per essere rivenduti a cacciatori compiacenti. Ed è stato ovviamente denunciato.
Siamo solo all’inizio della stagione venatoria. Ma è proprio in ottobre, come confermano gli investigatori, che la piaga del bracconaggio prende piede. Mettendo a rischio la sopravvivenza di moltissime specie protette. Dall’inizio della settimana i militari hanno già denunciato cinque persone (tre avevano richiami acustici elettromagnetici, uno un richiamo vivo con anellino di identificazione contraffatto), mentre per quattro sono scattate le multe per «omesse annotazioni» sul tesserino venatorio regionale.
Uno dei casi più eclatanti, l’altra sera. Si sono presentati all’aeroporto di Orio al Serio, Bergamo: in valigia avevano quasi 1200 uccellini morti. Dopo i controlli, sono stati denunciati otto cacciatori, bresciani e vicentini, di ritorno dalla Romania per una battuta: irrimediabilmente impallinati e stipati tra le borse refrigeranti. Scoperti dalla Guardia di Finanza, i cacciatori sono stati tutti denunciati per aver abbattuto illegalmente i volatili (tutti protetti) e per averli importati di frodo in Italia.
«Un massacro senza fine» denuncia il Wwf Lombardia. «Purtroppo — denuncia il coordinatore Antonio Delle Monache — ogni anno sono numerosi gli illeciti riscontrati nel giro di pochi giorni, segno che il bracconaggio è ancora una pratica diffusa».
Parlano i numeri, che non sono da poco: dieci i cacciatori già colti in flagranza nel Bresciano (a Ghedi, Corte Franca, Mairano, Rodengo Saiano, Paderno e Capriano) e decine i mezzi di caccia — tra richiami e fucili — sequestrati. Sono 18, invece, i rapaci feriti da arma da fuoco recuperati: uno sparviero, il 5 ottobre, è stato con- segnato dalla polizia provinciale di Brescia, mentre altri due, insieme a una poiana e un lodolaio sono stati affidati al Centro recupero animali selvatici (nella riserva naturale Wwf Valpredina) dai poliziotti sempre di Brescia e Bergamo. E ancora alla fine di settembre, la nostra provinciale ha «salvato» altri tre rapaci protetti. Il 20, primo giorno di caccia ufficiale, sempre da Brescia in riserva è arrivato il primo esemplare di gheppio con una ferita da sparo (per eventuali segnalazioni il numero antibracconaggio: 328.7308288)
E siamo solo all’inizio.