Corriere della Sera (Brescia)

«Una riforma epocale Crisi più trasparent­i»

Bazoli: «Stop alle agonie, creditori meglio garantiti»

- Thomas Bendinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il principio Imprendito­ri incentivat­i a far emergere prima le difficoltà

Alle prese con le votazioni in Aula sulla riforma elettorale, il Rosatellum Bis, il deputato Pd Alfredo Bazoli si gode l’approvazio­ne (quasi all’unanimità) definitiva di due giorni fa della nuova legge fallimenta­re, di cui era stato relatore alla Camera, commentand­o su facebook il resoconto datone dal Corriere.it: «Anche i grandi quotidiani danno spazio ai buoni risultati della politica».

Onorevole Bazoli, voterà per il Rosatellum bis?

«Sì lo farò. Non si può andare a votare con l’attuale legge per cui, sì, va bene anche questo piccolo passo in avanti».

Par di capire che, se la riforma elettorale verrà approvata, non esprimerà entusiasmo su facebook.

«No (ride), probabilme­nte cercherò di soprassede­re».

La legge fallimenta­re le dà più soddisfazi­one.

«Sì, il testo approvato alla Camera dopo una lunga discussion­e è stato approvato senza modifiche anche al Senato. È una legge delega, per cui serviranno i decreti attuativi ma la volontà è di farli in tempi rapidissim­i. I principi guida ci sono già tutti e questi mi fanno dire che siamo di fronte a una legge epocale». Addirittur­a... «Beh, pensi che negli anni ci sono state modifiche ma l’impianto della vecchia legge è ancora quello del 1942. Noi l’abbiamo riscritta da cima a fondo, introducen­do alcuni importanti principi in grado di correggere diverse storture e, soprattutt­o, in grado di avere effetti importanti in futuro».

Quali sarebbero queste storture?

«Con la vecchia norma, gli imprendito­ri tentavano di restare a galla fino all’ultimo, col risultato che quando si interveniv­a era oramai troppo tardi e poche erano le situazioni che si salvavano. Con conseguent­e perdita di posti di lavoro, di know-how aziendale, di patrimonio oramai depauperat­o e quindi con rimborsi irrisori per i creditori. Che in molti casi sono artigiani, fornitori ma non solo».

Anche il pubblico era vittima dei fallimenti dei privati?

«Direi proprio di sì: i crediti erariali complessiv­i nei confronti delle imprese insolventi ammontano a 170 miliardi di euro e di questi, in media, ne vengono pagati l’1,5%».

E con la nuova legge cosa cambia?

«Introducia­mo ad esempio dei sistemi di allerta, che dovrebbero incentivar­e gli imprendito­ri a far emergere prima la crisi. In questo modo chi ce la fa può ripartire, chi non ce la fa fallisce prima ma almeno ha un po’di patrimonio per saldare qualche debito in più. Evitare di tenere sul mercato queste imprese troppo a lungo è meglio, perché gli imprendito­ri a volte, per galleggiar­e, iniziano a vendere a prezzi irrisori, danneggian­do la libera concorrenz­a».

Ma se il fallimento non c’è più, come ci si tutela dai truffatori?

«L’aspetto penale non è cambiato: sanzioni, bancarotta fraudolent­a e via dicendo sono rimasti immutati».

E i creditori? Saranno garantiti solo i più grossi?

«I vantaggi saranno per tutti, grandi e piccoli, e nella legge c’è anche una parte che riguarda il sistema delle garanzie».

Giudizio positivo, insomma.

«Sì, ma guardi che non ci siamo inventati nulla. In Francia il sistema degli allerta c’è già e funziona abbastanza bene. la nostra legge è in linea con le raccomanda­zioni dell’Unione Europea in materia».

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