«Una riforma epocale Crisi più trasparenti»
Bazoli: «Stop alle agonie, creditori meglio garantiti»
Il principio Imprenditori incentivati a far emergere prima le difficoltà
Alle prese con le votazioni in Aula sulla riforma elettorale, il Rosatellum Bis, il deputato Pd Alfredo Bazoli si gode l’approvazione (quasi all’unanimità) definitiva di due giorni fa della nuova legge fallimentare, di cui era stato relatore alla Camera, commentando su facebook il resoconto datone dal Corriere.it: «Anche i grandi quotidiani danno spazio ai buoni risultati della politica».
Onorevole Bazoli, voterà per il Rosatellum bis?
«Sì lo farò. Non si può andare a votare con l’attuale legge per cui, sì, va bene anche questo piccolo passo in avanti».
Par di capire che, se la riforma elettorale verrà approvata, non esprimerà entusiasmo su facebook.
«No (ride), probabilmente cercherò di soprassedere».
La legge fallimentare le dà più soddisfazione.
«Sì, il testo approvato alla Camera dopo una lunga discussione è stato approvato senza modifiche anche al Senato. È una legge delega, per cui serviranno i decreti attuativi ma la volontà è di farli in tempi rapidissimi. I principi guida ci sono già tutti e questi mi fanno dire che siamo di fronte a una legge epocale». Addirittura... «Beh, pensi che negli anni ci sono state modifiche ma l’impianto della vecchia legge è ancora quello del 1942. Noi l’abbiamo riscritta da cima a fondo, introducendo alcuni importanti principi in grado di correggere diverse storture e, soprattutto, in grado di avere effetti importanti in futuro».
Quali sarebbero queste storture?
«Con la vecchia norma, gli imprenditori tentavano di restare a galla fino all’ultimo, col risultato che quando si interveniva era oramai troppo tardi e poche erano le situazioni che si salvavano. Con conseguente perdita di posti di lavoro, di know-how aziendale, di patrimonio oramai depauperato e quindi con rimborsi irrisori per i creditori. Che in molti casi sono artigiani, fornitori ma non solo».
Anche il pubblico era vittima dei fallimenti dei privati?
«Direi proprio di sì: i crediti erariali complessivi nei confronti delle imprese insolventi ammontano a 170 miliardi di euro e di questi, in media, ne vengono pagati l’1,5%».
E con la nuova legge cosa cambia?
«Introduciamo ad esempio dei sistemi di allerta, che dovrebbero incentivare gli imprenditori a far emergere prima la crisi. In questo modo chi ce la fa può ripartire, chi non ce la fa fallisce prima ma almeno ha un po’di patrimonio per saldare qualche debito in più. Evitare di tenere sul mercato queste imprese troppo a lungo è meglio, perché gli imprenditori a volte, per galleggiare, iniziano a vendere a prezzi irrisori, danneggiando la libera concorrenza».
Ma se il fallimento non c’è più, come ci si tutela dai truffatori?
«L’aspetto penale non è cambiato: sanzioni, bancarotta fraudolenta e via dicendo sono rimasti immutati».
E i creditori? Saranno garantiti solo i più grossi?
«I vantaggi saranno per tutti, grandi e piccoli, e nella legge c’è anche una parte che riguarda il sistema delle garanzie».
Giudizio positivo, insomma.
«Sì, ma guardi che non ci siamo inventati nulla. In Francia il sistema degli allerta c’è già e funziona abbastanza bene. la nostra legge è in linea con le raccomandazioni dell’Unione Europea in materia».