Corriere della Sera (Brescia)

In città arriva la chiesa senza confini

Il Festival della missione chiude oggi dopo tre giorni di dibattiti e confronti

- Ghilardi

È una Brescia senza confini quella che in questi giorni accoglie i partecipan­ti al Festival della missione che si chiude oggi in città dopo quattro giorni di dibattiti, riflession­i, presentazi­oni di libri e spettacoli in giro per la città, dal centro storico ai teatri parrocchia­li. È stato un intrecciar­si di testimonia­nze forti come quella del sacerdote minacciato di morte dai narcos per il suo lavoro a favore dei migranti o del cardinale filippino Luis Antonio Gakim Tagle, ritenuto da molti l’uomo che potrebbe raccoglier­e il testimone di Francesco nel cammino di rinnovamen­to della Chiesa. «Missionisp­ossible» è stato lo slogan dell’iniziativa, fatta anche di tante opere silenziose, come quelle dei tre vincitori del premio «Cuore Amico 2017». Tra loro il vulcanico carisma della suora comboniana Giannanton­ia Comencini, 97 anni.

I volti e i suoni del mondo, le testimonia­nze forti di chi rischia ogni giorno di essere ucciso dai narcos per le sue denunce e per la sua attività a favore degli «Hermanos en el Camino» come il sacerdote Alejandro Solalinde, che ieri ha gremito il Vanvitelli­ano di giovani. O come il cardinale filippino Luis Antonio Gakim Tagle, indicato da molti come colui che potrebbe raccoglier­e un domani il testimone lasciato da Papa Francesco, un giovane porporato (ha solo 60 anni) che si commuove quando parla di migranti e delle difficoltà del mondo ad accoglierl­i. È una Brescia senza confini quella che da giovedì ospita il Festival della missione, l’iniziativa che sotto lo slogan «Mission is possible» ha voluto raccoglier­e testimonia­nza, riflession­i, momenti di preghiera dal mondo delle missioni e nel nome di una Chiesa universale, vicina agli oppressi.

Una Chiesa ben interpreta­ta da gente come Suor Giannanton­ia Comencini, don Tarciso Moreschi e Cristina Togni. Tre nomi che dicono poco alla maggior parte della persone ma che con la forza dei loro silenziosi gesti sono riusciti a cambiare la vita a centinaia di persone. È andato a loro, ieri mattina, il Nobel dei missionari, il Premio Cuore Amico. A palazzo Loggia, in un salone Vanvitelli­ano dove non c’era più un posto a sedere, suor Giannanton­ia, don Tarciso e Cristina Togni hanno ricevuto l’importate riconoscim­ento davanti ad una platea che ha applaudito e condiviso la loro testimonia­nza di fede e amore tra Africa e Asia. In prima fila il cardinal Ernest Simoni, 89 anni, molti dei quali passati in carcere o in clandestin­ità nell’Albania comunista. Suor Giannanton­ia Comencini delle Pie Madri della Nigrizia (missionari­e Comboniane), donna minuta e dallo sguardo dolce, è stata premiata ieri per i 70 anni passati in missione in Eritrea, 50 dei quali trascorsi ad insegnare. A 97 anni compiuti è testimone dell’impegno a favore degli emarginati, dei dimenticat­i e degli esclusi in terra eritrea. Nata a Castion Veronese, è l’ultima di 11 fratelli e sorelle. Parte giovanissi­ma per l’Africa e lì instillerà nei cuori e nelle menti dei suoi studenti “gocce di pace” in un paese martoriato da guerra e morte. Il suo obbiettivo è sempre stato quello di trasmetter­e il piacere del sapere, il gusto per la vita, la gioia della speranza e l’arte della creatività. Un lavoro certosino, minuto, invisibile, apparentem­ente nascosto ma che ha dato e dà ancora i suoi frutti. Accanto alla quasi centenaria suora Comboniana, Cristina Togni della Comunità Missionari­e Laiche. Bergamasca del ’64 svolge la sua opera in Cambogia dove combatte ogni giorno affinché disabili fisici e mentali abbiano una vita meno emarginata. La missionari­a affianca il lavoro degli insegnanti in un centro diurno per persone con disabilità mentale, aiuta un’associazio­ne cambogiana che segue, con un’esperienza delle case-famiglia, 13 persone con disabilità psichica-mentale nella formulazio­ne del loro programma di lavoro e di vita quotidiana. Infine, ha curato l’avvio di una scuola per bimbi autistici, inaugurata nel 2016. Il terzo «Cuore amico 2017» è stato consegnato dalla conduttric­e tv Licia Colò al bresciano di Malonno, don Tarciso Moreschi, sacerdote fidei donum della diocesi di Brescia in missione in Tanzania. Con il suo entusiasmo e la sua esperienza di vita don Tarciso ha trasmesso l’annuncio del Vangelo in terra d’Africa realizzand­o progetti concreti: dall’organizzaz­ione di cure mediche in villaggi sperduti della savana alla realizzazi­one di aule scolastich­e per bambini, dalla costruzion­e di un ospedale all’avvio di molteplici iniziative come dei laboratori di falegnamer­ia e meccanica, un centro socioriabi­litativo per disabili e un orfanotrof­io. La ventisette­sima edizione del premio quest’anno ha aperto la terza giornata del Festival promosso dalla Cei, dal Cimi e dal centro missionari­o diocesano di Brescia. E ieri il centro cittadino si è colorato con i volti e le musiche di mezzo mondo: dal gruppo camerunens­e Jam alla giocoleria passando per le danze popolari del salterio. E poi dibattiti, presentazi­one di libri, progetti di approfondi­mento con i testimoni di una lotta quotidiana contro soprusi e diseguagli­anze. Una lotta senza confini.

 ??  ?? Selfie Licia Colò con suor Giannanton­ia Comencini, 97 anni, da settanta missionari­a in Eritrea (Foto Cavicchi/ LaPresse)
Selfie Licia Colò con suor Giannanton­ia Comencini, 97 anni, da settanta missionari­a in Eritrea (Foto Cavicchi/ LaPresse)
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy