Il coraggio di Marino, Ughini e Piardi
Il modello delineato da Regione Lombardia per la gestione dei pazienti cronici si sta palesando sempre più come il tentativo di un’ ulteriore privatizzazione. La competizione tra pubblico e privato anche stavolta è finta. Il pubblico infatti compete con le mani legate. I medici stanno aderendo in misura parziale ed i pazienti dovranno decidere a tempo debito. La scelta sarà in larga misura condizionata dal grado di fiducia che i pazienti dimostreranno nei confronti del proprio medico. Le eccellenze ospedaliere hanno lasciato un deserto nel territorio, ma ancora una volta il paziente viene consegnato a qualcuno in ragione della sua cronicità, non della sua intera persona. Invitare i medici a lavorare insieme, non è sinonimo di costringere i medici ad associarsi in cooperative per proporsi come gestori snaturando il loro ruolo in contrasto con il mandato ricevuto dalla Stato. L’Ordine dei Medici di Milano si è schierato contro questo modello. La posizione dell’Ordine di Brescia, non l’abbiamo capita.
Ci sono allenatori che durano lo spazio di un paio di partite, altri che invecchiano seguendo la loro squadra. Pasquale Marino un giorno prende il bagno nella sua Marsala, il giorno dopo si trova alla guida del Brescia e 24 ore dopo in campo. Al di la del record e del risultato, notevole è il coraggio. Ci piace. Proprio come Ughini di Castenedolo che per ricordare in un libro il padre cancelliere morto quando lui aveva 5 anni, ha recuperato testimonianze. E coraggioso a suo modo è anche Michele Piardi che ha toccato il Kilimangiaro mentre altri hanno mestamente rinunciato.
Coraggio nel proporre una mostra difficile ad Agnosine – tema dall’Unione Sovietica alla Russia – lo hanno avuto Alessio Baccinelli e Greta Bonacina. Il successo ha tacitato tutti. E a proposito di coraggio– ma in senso negativo lo ha avuto la cinese di Remedello che teneva come schiavi gli operai nel suo laboratorio di confezioni. Venti euro per 18 ore.