RIFIUTI, CHI RICICLA VENGA PREMIATO
Innovazione e rifiuti sono due tematiche evergreen in città. Perché non farle interagire positivamente? L’occasione c’è: la necessità di introdurre una tariffa puntuale per i rifiuti urbani. Significa rispettare il principio europeo del Payt (pay as you throw, «paga per quanto scarti») che all’estero è applicato da tempo (in Svezia addirittura dagli anni Sessanta). Un principio che vuole adottare anche la Loggia, prendendo (giustamente) a modello virtuoso Parma e Trento. Ora che il nuovo sistema di raccolta (porta a porta e calotte) si è esteso a tutta la città, la sfida diventa un imperativo categorico. Ad oggi i badge magnetici con i quali si aprono i cassonetti non archiviano lo storico delle movimentazioni. Ci si deve attrezzare in fretta. Far pagare meno a chi si impegna nel differenziare i rifiuti è un volano inimmaginabile di pratiche virtuose. Lo testimoniano i 22 comuni bresciani (quasi tutti nell’Ovest) che applicano già la tariffa puntuale. La città, che in un anno e mezzo è passata dal 37 al 60% di differenziata, ora faccia l’ultimo importante passo. La provincia di Brescia negli anni è diventata capitale italiana dei rifiuti (ha il numero più elevato di discariche di scorie industriali ed il termovalorizzatore più grande d’Italia). Una «specializzazione» che se applicata con razionalità anche alla gestione dei rifiuti urbani dovrebbe portarla ad essere prima nella classifica regionale delle province più riciclone. In vetta invece c’è Mantova con quasi l’ 80% (Brescia è al 5° posto, con il 62,5%). Ma la coscienza ecologica non può prescindere dal vecchio meccanismo del «do ut des»: vero è che i bresciani già oggi pagano poco per la tariffa rifiuti (una media di 124 euro pro capite, la metà che Roma) ma ospitano sul loro territorio l’impianto di incenerimento più grande d’Italia: funziona importando il 57% del «combustibile-rifiuto» da fuori provincia. La Loggia, basandosi sui dati Arpa, non ravvede nell’impianto alcuna emergenza ambientale. Se l’impianto non dovesse «dimagrire», come richiedono gli ambientalisti e come promesso più volte dal sindaco, la Loggia dovrebbe perlomeno contrattare con la multiutility — di cui possiede il 25% di azioni — condizioni più vantaggiose per l’incenerimento degli urbani indifferenziati. Oggi paga 64,5 euro a tonnellata. Molto meno che nel resto d’Italia, certo, ma la recente inchiesta della Procura ha svelato come si incenerissero rifiuti dal Sud anche a 47 euro a tonnellata. Perché Brescia non può aspirare a tariffe ancora più convenienti? Con quei «risparmi» potrebbe premiare i cittadini più ricicloni.