Tutta la bellezza di una cicatrice Una foto per vincere il tumore
Dodici donne operate di tumore al seno hanno posato senza veli per il calendario dell’associazione Andos: «Vogliamo dimostrare che la femminilità non svanisce con l’operazione ma resta intatta»
Dodici donne operate di tumore al seno hanno posato per il calendario «perpetuo» della Onlus Andos, sezione Vallecamonica e Sebino (si compra con un contributo solidale di 10 euro). Non ci sono festività o santi del giorno: «In questo calendario si scrivono solo le date da ricordare: resta per sempre».
Capelli spettinati con finta negligenza, colli di pelliccia, barboncini color fuliggine e smalto rosso, hanno indotto nell’ombretto azzurro e nell’henné: i segni del bisturi affiorano nella trama fiorita disegnata sul seno, che esalta e non nasconde. La bellezza di una cicatrice: dodici donne operate di tumore hanno posato per il calendario «perpetuo» (cit) della onlus Andos Vallecamonica e Sebino (si compra con un contributo solidale di 10 euro). Non ci sono festività o santi del giorno: «In questo calendario si scrivono solo le date da ricordare: resta per sempre» dice Fulvia Glisenti, presidente del comitato. L’idea di reclutare signore a seno nudo, che esibissero le ferite, le è venuta quando Sabrina Bellinelli, la bodypainter che ha decorato le modelle, le ha telefonato dal reparto di oncologia: «Sua madre, che poi è morta, era in terapia. Un cancro al seno. Mi ha detto che avrei potuto coinvolgerla per qualsiasi progetto: se fai qualcosa, ci sono. Dopo qualche tempo, ho pensato a questo calendario». Negli scatti di vita di Alessandro Cremona, che ha fotografato le signore, le ferite vengono mostrate in primo piano, senza ritocchi: «Diamo risalto al seno ma in modo delicato, senza troppa enfasi. Lo abbiamo fatto — fa sapere Glisenti — per dimostrare che di tumore si può guarire e, soprattutto, che la femminilità resta intatta». Le modelle si sono spogliate senza ritrosia: «Quando ho cominciato a contattarle erano perplesse, ma poi si sono convinte per la forza del messaggio che volevamo trasmettere. Tra loro, tutte operate da un anno e ancora in terapia, si è creato un sentimento intimo, di amicizia». Il calendario Andos è ormai di culto, in Valle: «Dopo averlo visto, volevano posare tutte quelle dell’associazione».