Corriere della Sera (Brescia)

Movida in centro Parla Paroli e scoppia il caso

Il fratello dell’ex sindaco sul ricorso del Comune: «Il quartiere è ancora invivibile»

- Di Alessandra Troncana Alessandra Troncana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo la sentenza del tribunale civile di Brescia che ha condannato la Loggia a pagare 50 mila euro per danni da movida, parla per la prima volta Gianfranco Paroli: «La mia non è una battaglia politica ma civile». Intanto, il consiglio di quartiere Brescia antica chiede provvedime­nti su piazza Arnaldo.

«La mia non è una guerra politica contro questo o quel sindaco, ma un discorso di civiltà: sono un cittadino come gli altri, ho il diritto di stare a casa mia quando voglio». Il giudice della prima sezione civile ha messo il silenziato­re al Carmine: il 6 settembre, la Loggia è stata condannata a risarcire Gianfranco Paroli, fratello dell’ex sindaco Adriano, e signora, Piera Nava, «a causa del rumore antropico per gli schiamazzi di avventori di alcuni locali che stazionano nei pressi dei plateatici o dei locali su suolo pubblico» (cit) in via Fratelli Bandiera, dove abitano.

Il conto presentato al Comune: 40 mila euro come risarcimen­to del danno non patrimonia­le, 9.049 e 70 centesimi per saldare la fattura del cambiament­o degli infissi di casa Paroli, 600 euro per le spese di lite e 8.200 euro per il compenso profession­ale degli avvocati della coppia. La Loggia ha presentato ricorso: per l’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti, la sentenza è «eccessiva, inefficace, non attuabile e non di competenza», e i rilievi acustici presentati in tribunale, nel frattempo, si sono affievolit­i (risalgono al 2012). «Ma è il Comune stesso che, dal 2013, ha evidenziat­o la gravità della situazione: il disagio esiste, altrimenti non continuere­bbe a reiterare le ordinanze contingibi­li e urgenti» dice Paroli.

Coprifuoco per bar, costretti a servire l’ultimo vodka tonica all’una, e nottambuli, rito del verbale e pulizia delle strade: la Loggia ha ammaestrat­o la movida con multe e orari inflessibi­li. «Ma il problema resta: nostra figlia non riesce nemmeno a studiare. Ricordiamo­ci che il diritto alla proprietà privata viene protetto alla stregua di un diritto fondamenta­le anche dall’Unione Europea». Paroli e consorte avevano messo in vendita la casa di via Fratelli Bandiera: «Nessuno l’ha comprata: d’estate siamo costretti a trasferirc­i tre mesi in affitto sul Garda per riposare». Nella sentenza, il giudice ha imposto alla Loggia ulteriori provvedime­nti contro la movida: agenti sul posto quattro sere a settimana, per sei mesi all’anno e senza scadenza e clienti sfrattati dai bar entro e non oltre mezz’ora dalla chiusura dei locali. Secondo Muchetti, però, l’ordine pubblico spetta alla Prefettura e non al Comune. Paroli non condivide: «Se la materia fosse di competenza altrui, il sindaco non avrebbe adottato le ordinanze».

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Ordinanze Il tribunale ha imposto al Comune controlli ancora più severi rispetto a quelli adottati finora tramite le ordinanze del sindaco

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