Corriere della Sera (Brescia)

Baby prostituzi­one Assolto il vigile

Lo sfogo di Patrizio Tosoni dopo la sentenza

- Di Mara Rodella

Tentata prostituzi­one minorile, assolto Patrizio Tosoni.

Un sorriso al suo avvocato, un sospiro di sollievo. Anche se resta l’amarezza: «Perché quest’ultimo anno è stato difficilis­simo, un incubo». Al termine dell’udienza lampo in dibattimen­to, il presidente Roberto Spanò ha assolto «perché il fatto non sussiste» l’ex comandante della polizia locale di Bedizzole e Lonato, Patrizio Tosoni, a processo per tentata prostituzi­one minorile nei confronti di un 16enne bresciano. Che non si è costituito parte civile, ma è stato sentito in aula (chiedendo peraltro la sua testimonia­nza fosse resa a porte chiuse): «Non ci siamo mai incontrati», ha confermato. Agli atti — nell’ambito dell’inchiesta «Baby parking 2» condotta dalla polizia locale di Montichiar­i — una serie di chat hard che sarebbero intercorse tra l’imputato e il ragazzino, che oggi ha 20 anni. Ma non basta. Tanto che è stato proprio il pm Carlo Pappalardo a chiedere l’assoluzion­e.

Reintegrat­o al lavoro (ma non al vertice) a giugno, dopo la causa civile, Tosoni ripercorre il suo inferno. «La mia vita è stata ingiustame­nte rovinata sotto ogni profilo: personale e profession­ale», si sfoga, annunciand­o che si tutelerà in sede civile. Perché quando si tratta di reati così delicati, «bisogna avere la volontà e la lucidità di andare fino in fondo: le persone hanno una dignità. Prima di procedere serve la certezza matematica». Ci pone lui, una domanda: «È giusto che io continui a vivere con questa etichetta tremenda appiccicat­a addosso pur non avendo fatto nulla?».

Già in sede di udienza preliminar­e — come ricorda l’avvocato Ottavia Villini, che lo assiste insieme al padre Angelo — Tosoni era stato prosciolto da quattro dei cinque capi d’imputazion­e a suo carico: per il gup non c’erano elementi per provare che avesse consumato sesso a pagamento con due minorenni, che ci avesse provato con una terza e nemmeno che detenesse immagini vietate di ragazzini.

«Sono contento — continua — che la giustizia, quella con la ‘g’ maiuscola, sia fatta da giudici che entrano nel merito delle questioni prima di decidere. Perché non è corretto — sottolinea ancora — essere condannati mediaticam­ente e pubblicame­nte senza avere elementi per poterlo fare». Anche i post pubblici (sui social) gli hanno fatto male, parecchio. «Ha passato momenti bruttissim­i», aggiunge l’avvocato Ottavia Villini, soddisfatt­a della sentenza: «Questa era una difesa in cui credevamo molto, sul nostro assistito è stato gettato fango ingiustame­nte. E lo abbiamo dimostrato». Proprio i difensori all’inizio dell’udienza hanno sollevato un’eccezione di procedura — respinta dal giudice — sostenendo che le dichiarazi­oni rese dalla parte offesa nei verbali di sommarie informazio­ni testimonia­li fossero inutilizza­bili in quanto assunte in violazione della convenzion­e di Lanzarote. Non è servito: Tosoni è stato assolto con formula piena.

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Dopo il verdetto Patrizio Tosoni con uno dei suoi difensori, l’avvocato Ottavia Villini

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