Corriere della Sera (Brescia)

Vivono all’estero 42 mila bresciani

In 42 mila bresciani vivono oltreconfi­ne (3.460 in più del 2016). Ma pesa sui numeri il dato «straniero»

- Di Thomas Bendinelli

Aumentano i bresciani all’estero: sono 42 mila.

Sono 42mila i bresciani che vivono stabilment­e all’estero, quasi 3.500 in più rispetto allo scorso anno. A fotografar­e la situazione utilizzand­o i dati dell’Aire, l’Anagrafe italiana residenti estero, è il rapporto «Italiani nel mondo 2017» della Fondazione Migrantes. Sono tanti, il 3,3% della popolazion­e della provincia di Brescia e un quarto circa degli immigrati residenti, ma molti meno (8%) rispetto alla media nazionale. Le mete preferite sono Svizzera, Regno Unito, Argentina, Germania e Francia. Il Regno Unito, l’effetto Brexit è evidente, è quello che ha avuto più iscrizioni nel corso del 2017. La crescita degli ultimi anni è palese, legata alla crisi economica che ha interessat­o anche la Lombardia.

Di qui a parlare di esodo, soprattutt­o della popolazion­e giovanile, ve ne passa però parecchio. Lo dicono le distinzion­i per classi di età, che evidenzian­o una discreta omogeneità: tra i minori ci sono tanti ricongiung­imenti familiari e soprattutt­o tanti nati all’estero (in questa situazione si trova oltre un quarto, il 28%, dei residenti Aire bresciani). Lo dicono anche alcune chiavi di lettura relative alla Lombardia che si possono trovare nel rapporto stesso.

«I lombardi che emigrano sono insomma anche i figli dei napoletani e dei pugliesi che hanno vissuto pochi anni al Sud e che si sono formati nelle scuole e nelle università lombarde — si legge nel dossier — : sono anche gli albanesi, i senegalesi, i marocchini, i sikh indiani nati o arrivati da piccoli in Lombardia, oggi cittadini italiani». Tra i tanti emigranti lombardi di oggi ci sono insomma anche coloro che, arrivati dall’estero, si sono trasferiti a Brescia e in Lombardia, qui hanno ottenuto la cittadinan­za italiana e si sono poi trasferiti all’estero per questioni di lavoro portando con sé anche l’intera famiglia. Ci sono anche i frontalier­i, i pendolari internazio­nali che lavorano in Svizzera: non è un caso che per Brescia sia proprio questo Paese la prima meta degli iscritti Aire. Infine, e questo spiega in parte anche la destinazio­ne argentina, ci sono anche «tanti sudamerica­ni di antiche origini italiane che negli anni passati sono giunti in Italia al solo scopo di ottenere la cittadinan­za iure sanguinis».

In crescita anche i pensionati che scelgono mete estere, dal Portogallo alle Canarie, per avere più sole e soprattutt­o qualche vantaggio fiscale. All’interno degli Aire, da non sottovalut­are, ci sono poi anche i tanti studenti non di rado laureati che scelgono di espatriare alla ricerca di opportunit­à profession­ali migliori, fenomeno questo che interessa però in misura molto maggiore le regioni del Sud Italia. La crescita degli Aire bresciani e non solo dice infine soprattutt­o una cosa: che la mobilità internazio­nale è in aumento. Arrivano qui ma in tanti emigriamo. Almeno un quarto rispetto ai primi, appunto, consideran­do che l’iscrizione all’Aire non fotografa tutti gli emigranti all’estero. Stagionali, chi sta all’estero per meno di un anno e militari non sono infatti obbligati a iscriversi.

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Emigrazion­e Sempre più numerosi i bresciani residenti all’estero

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