Vivono all’estero 42 mila bresciani
In 42 mila bresciani vivono oltreconfine (3.460 in più del 2016). Ma pesa sui numeri il dato «straniero»
Aumentano i bresciani all’estero: sono 42 mila.
Sono 42mila i bresciani che vivono stabilmente all’estero, quasi 3.500 in più rispetto allo scorso anno. A fotografare la situazione utilizzando i dati dell’Aire, l’Anagrafe italiana residenti estero, è il rapporto «Italiani nel mondo 2017» della Fondazione Migrantes. Sono tanti, il 3,3% della popolazione della provincia di Brescia e un quarto circa degli immigrati residenti, ma molti meno (8%) rispetto alla media nazionale. Le mete preferite sono Svizzera, Regno Unito, Argentina, Germania e Francia. Il Regno Unito, l’effetto Brexit è evidente, è quello che ha avuto più iscrizioni nel corso del 2017. La crescita degli ultimi anni è palese, legata alla crisi economica che ha interessato anche la Lombardia.
Di qui a parlare di esodo, soprattutto della popolazione giovanile, ve ne passa però parecchio. Lo dicono le distinzioni per classi di età, che evidenziano una discreta omogeneità: tra i minori ci sono tanti ricongiungimenti familiari e soprattutto tanti nati all’estero (in questa situazione si trova oltre un quarto, il 28%, dei residenti Aire bresciani). Lo dicono anche alcune chiavi di lettura relative alla Lombardia che si possono trovare nel rapporto stesso.
«I lombardi che emigrano sono insomma anche i figli dei napoletani e dei pugliesi che hanno vissuto pochi anni al Sud e che si sono formati nelle scuole e nelle università lombarde — si legge nel dossier — : sono anche gli albanesi, i senegalesi, i marocchini, i sikh indiani nati o arrivati da piccoli in Lombardia, oggi cittadini italiani». Tra i tanti emigranti lombardi di oggi ci sono insomma anche coloro che, arrivati dall’estero, si sono trasferiti a Brescia e in Lombardia, qui hanno ottenuto la cittadinanza italiana e si sono poi trasferiti all’estero per questioni di lavoro portando con sé anche l’intera famiglia. Ci sono anche i frontalieri, i pendolari internazionali che lavorano in Svizzera: non è un caso che per Brescia sia proprio questo Paese la prima meta degli iscritti Aire. Infine, e questo spiega in parte anche la destinazione argentina, ci sono anche «tanti sudamericani di antiche origini italiane che negli anni passati sono giunti in Italia al solo scopo di ottenere la cittadinanza iure sanguinis».
In crescita anche i pensionati che scelgono mete estere, dal Portogallo alle Canarie, per avere più sole e soprattutto qualche vantaggio fiscale. All’interno degli Aire, da non sottovalutare, ci sono poi anche i tanti studenti non di rado laureati che scelgono di espatriare alla ricerca di opportunità professionali migliori, fenomeno questo che interessa però in misura molto maggiore le regioni del Sud Italia. La crescita degli Aire bresciani e non solo dice infine soprattutto una cosa: che la mobilità internazionale è in aumento. Arrivano qui ma in tanti emigriamo. Almeno un quarto rispetto ai primi, appunto, considerando che l’iscrizione all’Aire non fotografa tutti gli emigranti all’estero. Stagionali, chi sta all’estero per meno di un anno e militari non sono infatti obbligati a iscriversi.