Corriere della Sera (Brescia)

Apindustri­a, la crescita c’è «ma è ancora a due velocità»

Sivieri, invita alla prudenza: «Un quinto delle aziende è in difficoltà»

- di Vittorio Cerdelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La ripresa c’è ma le criticità permangono. Emergono segnali di moderato ottimismo dall’analisi congiuntur­ale sul terzo trimestre 2017 diffusa ieri da Apindustri­a. Guai a farsi prendere dall’entusiasmo, però.

«La crescita resta moderata, un quinto delle aziende è in difficoltà, l’Italia non ha risolto le proprie fragilità né fatto riforme struttural­i e il quadro non è dei migliori nemmeno a livello internazio­nale», sottolinea il presidente di Apindustri­a Brescia, Douglas Sivieri, invitando alla prudenza. I risultati della ricerca, svolta intervista­ndo un campione di 100 imprese associate, non si discostano molto dagli scorsi trimestri: a partire da metà 2016, gli indicatori sono nettamente migliorati ma sono pure cresciuti i costi di produzione. Tra luglio e settembre 2017, il 55% degli imprendito­ri dichiara di aver registrato una crescita del fatturato, per il 18% i ricavi sono stabili e il restante 27% osserva un calo. Simile la dinamica degli ordini ricevuti che, eccezion fatta per quelli extra Ue, è in aumento per il 61% degli imprendito­ri. Due problemi, non da poco. Per rendersi conto del primo basta vedere le quotazioni di petrolio e materie prime, in ripresa: secondo il 45% degli associati i costi di produzione sono aumentati e solo l’8% degli imprendito­ri osserva un calo. Secondo problema, ormai annoso: il 65% delle aziende continua a lavorare con impianti sotto utilizzati, cioè sfruttando meno del 70% della capacità produttiva. È la cosiddetta ripresa «a due velocità» di cui Sivieri parla spesso: chi già aveva un grado di utilizzo degli impianti elevato (sopra il 70%) ha ulteriorme­nte intensific­ato l’attività produttiva, chi lavorava con impianti fortemente sotto utilizzati (sotto il 50%) osserva un’ulteriore riduzione nel 72% dei casi. Il fenomeno di polarizzaz­ione non va sottovalut­ato ed a lanciare l’allarme, invocando nuovamente tagli alla tassazione e al costo del lavoro, è proprio il presidente di Apindustri­a: «Un gran numero di imprese si è rimesso in carreggiat­a ma le situazioni difficili sono peggiorate». Capitolo occupazion­e: vero è che prevalgono i contratti a tempo determinat­o ma il 27% delle aziende dichiara di aver assunto e per il 61% il numero di dipendenti è rimasto stabile. Solo nel 9% dei casi ci sono state riduzioni di personale. Nota positiva, senza mezze misure, quella sugli investimen­ti, in crescita nel 31% delle imprese e stabili per il 68% delle aziende. Solo un imprendito­re ha investito meno rispetto al periodo precedente.

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Crescita Per il 55% delle aziende

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