Acqua pubblica Il Broletto diviso sulla commissione
Non c’e accordo sulla nomina dei tre membri che dovranno valutare il quesito
Il Broletto si divide sulla commissione di garanzia che dovrà valutare il quesito del referendum sull’acqua — «Volete che il gestore unico resti in mano pubblica» — avanzato dal Comitato promotore e depositato il 27 settembre scorso. Tale quesito dovrà essere valutato da un gruppo di tre esperti. Contestato al consiglio di lavorare da un mese alla commissione di garanzia, ma senza aver comunicato i nomi scelti alla minoranza. E il consiglio provinciale è stato rinviato a lunedì.
Consiglio provinciale ieri a palazzo Broletto e opposizioni all’attacco, decise anche ad abbandonare l’aula in segno di protesta. Non è andata così, ma il clima è rimasto acceso. Al centro del dibattito la richiesta di referendum avanzata dal «Comitato promotore del referendum consultivo provinciale per l’acqua pubblica» depositata il 27 settembre scorso. «Volete che il gestore unico resti in mano pubblica» è il quesito proposto dai promotori del referendum e depositato il 2 ottobre, quesito che ora dovrà essere valutato da una commissione di garanzia di tre esperti.
Ad aprire la discussione nell’aula della Provincia è stato il consigliere Marco Apostoli di «Provincia Bene Comune». Apostoli si è rivolto alla giunta e al consiglio per ricordare che si sta lavorando da un mese sulla commissione di garanzia per i referendum «ma non avete mai fatto comunicazioni alla minoranza: avevate tre nomi che non ci avete mai comunicato, le minoranze invece sono in grado di eleggere il candidato, ci sono ben nove mesi di ritardo, si può fare anche oggi a scrutinio segreto, la commissione di garanzia doveva essere eletta insieme al consiglio» ha aggiunto Apostoli che ha indicato alla giunta un quarto nome per la commissione.
Immediata anche la reazione di tutta l’opposizione - da Forza Italia con il coordinatore Alessandro Mattinzoli e a Renato Pasinetti capogruppo di Lega nord fino a «Comuni in Provincia» di Nicoletta Bendetti e Maria Teresa Vivaldini di “Comuni X Brescia Provincia” - che ha minacciato di abbandonare l’aula del Consiglio per denunciare l’atteggiamento assunto dalla maggioranza.
Dal fronte dell’opposizione ha esordito Pierluigi Raineri di Forza Italia: «Sono allibito, si dovevano almeno leggere le motivazioni e il presidente del consiglio provinciale avrebbe dovuto venire in Consiglio ed esprimere il suo parere», mentre il coordinatore provinciale di Forza Italia Alessadro Mattinzoli non ha usato mezzi termini e ha definito “riprovevole” l’atteggiamento della maggioranza: «Davanti all’atteggiamento assunto della maggioranza come minimo avremmo dovuto uscire e lasciare l’aula, tanto più che la Provincia è un ente di secondo livello». Ma Forza Italia, ha aggiunto il coordinatore provinciale di Fi rivolgendosi ai banchi della maggioranza «ha voluto dare un’opportunità al Consiglio».
E Renato Pasinetti capogruppo di Lega nord: «La maggioranza non aveva numeri, noi siamo stati disponibili a procedere su tutti i punti fondamentali, a cominciare dall’acqua, fare marcia indietro da parte della maggioranza sarebbe stata scortesia istituzionale, ma fino ad ora non sappiamo ancora quale sarà il nome del presidente».
L’opposizione ha voluto ribadire che se la maggioranza continuerà a insistere nella sua linea, dovrà tener conto che le minoranze sono in grado di eleggere un proprio candidato, ma fin qui l’indicazione da seguire sembra piuttosto quella di non rompere i rapporti tra maggioranza e minoranza, almeno per il momento.
Assente ieri alla seduta del Consiglio provinciale il presidente Pierluigi Mottinelli, è toccato al vicepresidente Andrea Ratti guidare ieri l’assemblea.
La prossima seduta del Consiglio provinciale è lunedì 30 ottobre alle 15,30, all’ordine del giorno ci sarà la nomina della commissione di garanzia, l’indicazione è scegliere come presidente una «figura autorevole e rappresentativa», ha anticipato il vicepresidente della Provincia Andrea Ratti, «che possa essere di garanzia, fuori dalle logiche di partito».