Corriere della Sera (Brescia)

Kapoor alla Tosio «Sì» del ministero ma solo per 2 anni

L’allestimen­to d’artista è «opera di pregio» ma deve avere durata temporanea: non oltre due anni. Per Roma son da rivedere le luci

- di Alessandra Troncana

Telefonate al vetriolo con prefisso internazio­nale, musi, scene isteriche, dimissioni ritirate e interrogaz­ioni sulla tappezzeri­a all’ordine del giorno del consiglio comunale: sul progetto di Kapoor per la Pinacoteca Tosio Martinengo è arrivato anche il parere del ministero ai Beni culturali. L’allestimen­to che il semi-dio angloindia­no aveva disegnato per le pareti, una trama di tessuti grigi, rossi e blu, è stato cestinato dalla Loggia per non sforare su tempi e costi e per non creare un Minini-gate (il presidente di Brescia Musei è il gallerista dell’artista, che in ogni caso avrebbe lavorato gratis per il Comune): nonostante la bocciatura a palazzo, il 27 luglio il soprintend­ete Giuseppe Stolfi ha spedito le bozze a Roma per un parere «squisitame­nte culturale» (cit).

Il comitato tecnico per l’arte e l’architettu­ra contempora­nea ha discusso il progetto nella seduta del 20 settembre: il verbale dovrebbe arrivare a Brescia, nell’ufficio di Stolfi, entro qualche giorno. «Dopo aver esaminato il carteggio e aver approfondi­to la questione, non abbiamo dato parere ostativo» fa sapere l’architetto Sergio Mazza, che ha valutato le bozze con i colleghi e stilato il parere. La tappezzeri­a d’artista è cosa buona e giusta, ma a certe condizioni. La prima: dovrà essere fugace. «L’allestimen­to, come si può immaginare, non può essere permanente: abbiamo indicato un periodo limitato di due anni». Inoltre: «Il progetto che ci è stato inviato da Brescia presentava carenze sull’aspetto illuminote­cnico: abbiamo chiesto alla Soprintend­enza di approfondi­re. In genere, va detto, sono questioni che si sollevano durante la fase esecutiva (una fase che l’opera non ha raggiunto, ndr)». Ma, per il ministero, l’opera dell’artista angloindia­no è «di pregio: su questo, non si discute». Stesso parere l’aveva dato la soprintend­enza all’ Archeologi­a, belle arti e paesaggio ancora prima che la Loggia rinunciass­e all’allestimen­to. Alla vernice della sua mostra nella galleria di Minini, a gennaio, Kapoor aveva detto che quello per la Pinacoteca era un progetto very slow, molto lento, e un suo regalo a Brescia: non avrebbe chiesto una sterlina di compenso. Tra la Loggia, committent­e dei lavori, e l’artista, osannato dai musei e dai collezioni­sti di tutto il mondo, non ci sarebbe stata una sola transazion­e su conti correnti inglesi, ma il sindaco Emilio Del Bono ha rinunciato al progetto. «C’è stata una valutazion­e attenta con assessori e dirigenti del Comune — aveva detto in consiglio comunale il 25 luglio —: per una ragione di tempo e costi, abbiamo ritenuto che non ci siano le condizioni per accettare. La Pinacoteca proseguirà secondo il progetto iniziale».

Il palazzo, dopo un restauro iniziato nel 2009 — interrotto per mancanza di fondi e ripreso dalla giunta Del Bono dopo una revisione di bozze e preventivi — dovrebbe aprire a fine febbraio 2018: senza la tappezzeri­a d’artista. Nel Kapoorgate e nel rifiuto del progetto, un peso ha avuto anche e soprattutt­o l’interrogaz­ione dell’opposizion­e (Forza Italia), all’ordine del giorno del consiglio comunale del 25 luglio. Il titolo: «Rapporti tra Anish Kapoor e Massimo Minini». Il presidente di Brescia Musei, gallerista dell’angloindia­no, non avrebbe percepito un euro di cachet dall’operazione. E pare difficile che la tappezzeri­a di Kapoor per la Tosio Martinengo possa alzare le quotazioni di un artista che ha esposto ovunque, da Versailles alla Biennale di Venezia.

«Alla sua carriera non cambia niente, e nemmeno alla mia. Ma a volte sembra che Brescia viva con il freno a mano tirato» aveva detto Minini appena saputo che la Loggia aveva bocciato il progetto . Un parere oggettivo sul possibile conflitto d’interessi del presidente della fondazione Brescia Musei potrebbe arrivare solo dall’Anac, l’autorità anticorruz­ione. Ma, al momento, pare che nessuno lo abbia ancora chiesto.

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 ?? Collezione ?? La Pinacoteca Tosio Martinengo, chiusa da otto anni, riaprirà a inizio 2018: il restauro è costato 6,5 milioni. Kapoor ha progettato la tappezzeri­a delle singole sale ispirandos­i alle opere. (foto LaPresse Campanelli)
Collezione La Pinacoteca Tosio Martinengo, chiusa da otto anni, riaprirà a inizio 2018: il restauro è costato 6,5 milioni. Kapoor ha progettato la tappezzeri­a delle singole sale ispirandos­i alle opere. (foto LaPresse Campanelli)

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