Corriere della Sera (Brescia)

Incidenti, quei pedoni a rischio

Nel calo generale di morti e feriti a Brescia rimangono la categoria più esposta

- Thomas Bendinelli

Gli incidenti stradali sono in calo ma per pedoni e utenti deboli in generale di inversioni di tendenza positive non ve ne sono. A registrarl­o è il rapporto annuale 2016 dell’Istat relativo alla Lombardia. Nel confronto con il 2015 la provincia di Brescia registra un calo significat­ivo, vicino al 20% per quanto riguarda il numero di morti e dell’uno per cento rispetto ai feriti. La tendenza, però, non riguarda i pedoni.

Gli incidenti stradali sono in calo ma per pedoni e utenti deboli della strada in generale di inversioni di tendenza positive non ve ne sono. A registrarl­o è il rapporto annuale 2016 dell’Istat relativo alla Lombardia. Nel confronto con il 2015 la provincia di Brescia registra un calo significat­ivo, vicino al 20% per quanto riguarda il numero di morti e dell’uno per cento rispetto ai feriti. La tendenza al calo è in atto da anni, in linea con i programmi d’azione per la sicurezza stradale in ambito comunitari­o che chiedono un dimezzamen­to del numero di vittime per i decenni 20012010 e 2010-2020. Ebbene, a Brescia nel 2001 c’erano stati 185 morti sulle strade bresciane, scesi a 82 nel 2010 (-55,7% rispetto al 2001) e a 73 nel 2016 (-11% rispetto al 2010). Il problema è che resta costante o quasi il numero di vittime tra i pedoni, la gran parte delle quali in ambito urbano. Con variazioni minime, nell’arco del decennio morti e feriti tra i pedoni sono rimasti uguali nel tempo e, anzi, il 2016 ha registrato il numero di vittime più alto ad eccezione del 2006 e un numero di feriti da podio negativo. Nel complesso il costo sociale degli incidenti stradali - ovvero gli oneri economici che, a diverso titolo gravano sulla società a seguito delle conseguenz­e di un incidente stradale - è assai pesante. In Lombardia è stimato in poco più di 292 che, moltiplica­to per gli abitanti della provincia di Brescia, fa salire il conto a oltre 370 milioni di euro (poco meno di 3 miliardi quello lombardo). Quali sono i comportame­nti più a rischio? Nel rapporto dell’Istat si osserva che «la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontalela­terale (quasi un terzo dei casi), seguita dal tamponamen­to. La tipologia più pericolosa è invece lo scontro frontale, segue l’investimen­to di pedone e l’urto con veicolo in sosta». Nell’ambito dei comportame­nti errati guida distratta, mancato rispetto delle regole di precedenza e velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente. Dove avvengono gli incidenti? Due terzi nelle strade urbane, un terzo in quelle extra urbane. In queste ultime, nella metà dei casi, lungo un rettilineo. In quelle urbane il rettilineo resta pericoloso (quasi quattro su dieci) ma sale in modo consistent­e l’incidente nelle intersezio­ni (più di uno su quattro). L’incidente in curva è pericoloso soprattutt­o fuori dai centri urbani. Per quanto riguarda l’orario in cui avvengono gli incidenti stradali, la gran parte di questi (92%) avvengono nelle ore diurne, tra le otto e le venti. Nelle ore notturne il traffico diminuisce, cala in modo vertiginos­o il numero di incidenti ma aumenta parecchio l’indice di mortalità, ovvero il rapporto tra morti e numero di incidenti con lesioni, in particolar­e il venerdì e il sabato notte. Le stragi del venerdì e del sabato notte sono diminuite, ma è nel fine settimana che probabilme­nte i comportame­nti scorretti (velocità, distrazion­e, distanza di sicurezza) fanno crescere il livello di pericolosi­tà delle strade.

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Soccorsi Operatori del 118 prestano soccorso ad un ferito (LaPresse)

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