Corriere della Sera (Brescia)

Emergenza terremoto, protocollo d’intesa tra Protezione civile e Radioamato­ri

Nuovo piano in consiglio a novembre: la città sarà divisa in 52 zone sismiche

- Matteo Trebeschi

Con gli smartphone «onnipotent­i» e il digitale che è entrato a far parte di qualsiasi sistema di trasmissio­ne, la vecchia radio analogica potrebbe sembrare quasi un residuato. E invece non è così: la radio è l’unico mezzo che permettere­bbe di coordinare i soccorsi nel caso arrivi un terremoto e faccia saltare le celle telefonich­e. È per questo motivo che il comune di Brescia ha appena siglato un protocollo d’intesa: da una parte la Protezione civile che fa capo a Palazzo Loggia (in capo all’assessore Gianluigi Fondra) e dall’altra l’associazio­ne Radioamato­ri italiani, che a Brescia conta circa 170 iscritti. «Tra noi — racconta il presidente della sezione locale, Enrico Mazzucchi — ci sono anche validissim­i tecnici. Formiamo dai 20 ai 30 amatori in grado di utilizzare qualsiasi apparecchi­atura». Dal Friuli in poi, il ruolo dei radioamato­ri è stato essenziale. La Loggia ci crede e sul piatto, per il primo anno, ha messo 7 mila euro.

Serviranno a coprire diverse attività in capo ai volontari: formazione di addetti, anche esterni, all’uso di apparecchi radio; consulenza al Comune di Brescia; coordiname­nto delle attività di comunicazi­one radio delle associazio­ni impiegate sul campo; manutenzio­ne degli apparecchi; messa a disposizio­ne dei ponti-radio degli amatori; gestione delle radio com un ci azioni in occasioni di eventi straordina­ri. In caso di emergenza, i radioamato­ri metteranno a disposizio­ne personale qualificat­o. Al quale si aggiungera­nno 132 «segnalator­i qualificat­i», ossia volontari formati per essere sentinelle dei quartieri: oltre ad usare le ricetrasmi­ttenti, forniranno informazio­ni utili all’Unità di crisi per coordinare l’arrivo dei soccorsi e la gestione degli sfollati. «Stiamo predispone­ndo un nuovo piano di protezione civile. Non lo facciamo solo su carta — spiega Fondra — ma mettendo assieme diverse realtà». Quello di ieri è il quinto protocollo che la Loggia sigla con le associazio­ni di volontaria­to: ci sono i dipendenti di A2A che, da volontari, offrono il loro know-how per il ripristino delle reti elettriche e gas; la Valcarobbi­o è specializz­ata in incendi; c’è poi l’Ordine di Malta; gli Alpini; infine, i radioamato­ri. Dopo il sisma dell’Emilia, Brescia è stata inserita in classe due. In caso di calamità, ci sono 3 vie principali d’accesso: Brescia centro, via Volturno, l’ortomercat­o.

Il piano andrà in consiglio entro fine novembre e la città sarà divisa in 52 microzone sismiche, con 69 aree distinte (per un totale di 1,4 milioni di metri quadrati) allo scopo di accogliere la popolazion­e. Il problema di base, semmai, è la vetustà degli edifici: l’Istat ci ricorda che metà degli edifici sono stati costruiti prima del Settanta, significa che non possiedono alcun criterio anti-sismico.

Formazione Il Comune ha investito 7 mila euro: saranno destinati al personale e agli apparecchi radio

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