Rischio aviaria l’antinfluenzale agli allevatori
La vaccinazione antinfluenzale fa la differenza. È questo il messaggio lanciato dall’Ats di Brescia a pochi giorni dall’avvio della campagna vaccinale. I dati parlano chiaro. Negli ultimi tre anni i tassi di accesso al pronto soccorso nel territorio dell’Ats per causa respiratoria (standardizzati per sesso, età - 65 anni e più - e patologie prevalenti negli anni) sono maggiori quando si tratta di persone non vaccinate rispetto a quelle vaccinate. Stesso discorso per i tassi di mortalità (standardizzati per sesso, età e patologie croniche prevalenti). Per il 2016 i dati parlano di 943 persone vaccinate decedute contro i 1.526 decessi di persone che non avevano fatto il vaccino antinfluenzale. Nel 2017 si sono registrati 1.192 decessi di vaccinati contro i 1.492 dei non vaccinati. «Nella passata campagna vaccinale — spiega Carmelo Scarcella, direttore Ats Brescia — abbiamo avuto 42 casi di influenza stagionale con complicanze che hanno richiesto il ricovero, di questi 5 sono finiti in rianimazione e 2 persone sono decedute». Il vaccino e la somministrazione sono offerti gratuitamente per alcune categorie di persone come chi ha 65 o più anni, persone di tutte le età con malattie croniche, donne in gravidanza al secondo e terzo trimestre, personale medico, forze dell’ordine e allevatori e macellatori. «Consigliamo a queste ultime due categorie di vaccinarsi visto che sottolinea Fabrizio Speziani, direttore sanitario Ats - è in corso un’epidemia di influenza aviaria nella zona sud della nostra provincia». L’anno scorso nel bresciano si è ottenuta una copertura del 48 per cento (circa 130mila persone) ma l’obbiettivo è quello di raggiunger il 95 per cento. «Quando andrà a regime il nuovo modello di presa in carico dei cronici riusciremo - prevede il direttore sociosanitario Annamaria Indelicato - ad arrivare agli obiettivi imposti dal Ministero della Salute». (s.g.)