Corriere della Sera (Brescia)

Il Brescia s’è desto Vince 3-0 a Pescara

Serie B Marino non si ferma: umiliato il Pescara di Zeman, finisce 3-0 Le rondinelle soffrono, poi colpiscono di rimessa: segna tutto il tridente

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il successo d’orgoglio contro il Bari non è stato un fuoco di paglia, anzi ha aperto una strada nuova. A Pescara, contro l’ex Zeman, il Brescia vince in modo netto con tattica, corsa e cinismo. Gli abruzzesi partono meglio, ma a passare sono le rondinelle: Machin apre al termine del primo tempo, nella ripresa chiudono il tris Caracciolo e Ferrante.

Forse non sarà più il vero Zeman, annacquato e invecchiat­o. Ma il Brescia di Marino, alla quarta apparizion­e, è già qualcosa di definito. Il 3-0 con cui stende il Pescara, davanti all’attonito pubblico dell’ «Adriatico», è largo eppure fotografa in modo fedele la vocazione delle due squadre. Fumosi e distratti gli abruzzesi, le loro potenziali­tà non si tramutano mai in atto. Dall’altra parte, c’è una squadra compatta che in 5 giorni è riuscita a limare i difetti esaltando i pregi. Se non si hanno a disposizio­ne le qualità per comandare la partita, tanto vale badare al sodo. Il nuovo Brescia pressa e corre, per sfinire chi ha davanti (il Pescara crolla all’ora di gioco), poi verticaliz­za senza indugiare nel tiki taka.

Incisivo, diretto, cinico. Quelle di Machin, Caracciolo e Ferrante sono pugnalate, tanto più dolorose perché improvvise. Gli anti zemaniani la riterranno una vittoria filosofica. E forse lo è, ma conta per la classifica e, stavolta sì, anche per la testa. La squadra sembra aver svoltato, aiutata nella virata dalla brillante intuizione dell’allenatore, abile a schierare i suoi con un 3-4-2-1 inedito quanto efficace, cucito su misura per i suoi protagonis­ti, uno su tutti Machin, liberato da fardelli difensivi e tuttavia indispensa­bile, insieme a Ferrante e all’immenso Bisoli, nella reiterata pressione verso i portatori di palla del Pescara. Dopo una supremazia territoria­le sterile degli uomini di Zeman — unico brivido, al 6’: Minelli salva su Mazzotta — tocca all’ex del Barcellona aprire le danze al 37’, quando sfrutta il cross arretrato del solito Furlan e segna un rigore in movimento. Il vantaggio giunge a sorpresa, ma fa parte del disegno di Marino, che non cambia nulla rispetto al 2-1 con il Bari e trova la tanto attesa continuità. Il semaforo si accende sul giallo, pure nella ripresa, solo in avvio: in 30 secondi Mancuso calcia fuori da buona posizione e poi colpisce la traversa in torsione. Il Pescara finisce qui, il Brescia trova la sublimazio­ne del suo piano tattico attorno all’ora di gioco. Machin innesca Caracciolo, sontuoso (lo stadio gli dedica una standing ovation all’uscita dal campo) nello stop al volo e freddo nella zampata del 2-0. Poco dopo, Ferrante semina la banda del buco zemaniana e chiude i conti.L’arbitro manda tutti negli spogliatoi dopo un solo minuto di recupero.

Il Brescia adesso corre. «Il piano gara ha funzionato alla perfezione», ha detto Marino negli spogliatoi. Avanti.

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Tandem d’attacco Alexis Ferrante e Andrea Caracciolo si abbraccian­o: loro le firme sui gol, con Machin (LaPresse)
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(LaPresse) IIl Il gruppo esulta per il secondo successo in serie: l’ultima volta accadde con Cagni ,Ternana e Novara furono le avversarie

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