Il Brescia s’è desto Vince 3-0 a Pescara
Serie B Marino non si ferma: umiliato il Pescara di Zeman, finisce 3-0 Le rondinelle soffrono, poi colpiscono di rimessa: segna tutto il tridente
Il successo d’orgoglio contro il Bari non è stato un fuoco di paglia, anzi ha aperto una strada nuova. A Pescara, contro l’ex Zeman, il Brescia vince in modo netto con tattica, corsa e cinismo. Gli abruzzesi partono meglio, ma a passare sono le rondinelle: Machin apre al termine del primo tempo, nella ripresa chiudono il tris Caracciolo e Ferrante.
Forse non sarà più il vero Zeman, annacquato e invecchiato. Ma il Brescia di Marino, alla quarta apparizione, è già qualcosa di definito. Il 3-0 con cui stende il Pescara, davanti all’attonito pubblico dell’ «Adriatico», è largo eppure fotografa in modo fedele la vocazione delle due squadre. Fumosi e distratti gli abruzzesi, le loro potenzialità non si tramutano mai in atto. Dall’altra parte, c’è una squadra compatta che in 5 giorni è riuscita a limare i difetti esaltando i pregi. Se non si hanno a disposizione le qualità per comandare la partita, tanto vale badare al sodo. Il nuovo Brescia pressa e corre, per sfinire chi ha davanti (il Pescara crolla all’ora di gioco), poi verticalizza senza indugiare nel tiki taka.
Incisivo, diretto, cinico. Quelle di Machin, Caracciolo e Ferrante sono pugnalate, tanto più dolorose perché improvvise. Gli anti zemaniani la riterranno una vittoria filosofica. E forse lo è, ma conta per la classifica e, stavolta sì, anche per la testa. La squadra sembra aver svoltato, aiutata nella virata dalla brillante intuizione dell’allenatore, abile a schierare i suoi con un 3-4-2-1 inedito quanto efficace, cucito su misura per i suoi protagonisti, uno su tutti Machin, liberato da fardelli difensivi e tuttavia indispensabile, insieme a Ferrante e all’immenso Bisoli, nella reiterata pressione verso i portatori di palla del Pescara. Dopo una supremazia territoriale sterile degli uomini di Zeman — unico brivido, al 6’: Minelli salva su Mazzotta — tocca all’ex del Barcellona aprire le danze al 37’, quando sfrutta il cross arretrato del solito Furlan e segna un rigore in movimento. Il vantaggio giunge a sorpresa, ma fa parte del disegno di Marino, che non cambia nulla rispetto al 2-1 con il Bari e trova la tanto attesa continuità. Il semaforo si accende sul giallo, pure nella ripresa, solo in avvio: in 30 secondi Mancuso calcia fuori da buona posizione e poi colpisce la traversa in torsione. Il Pescara finisce qui, il Brescia trova la sublimazione del suo piano tattico attorno all’ora di gioco. Machin innesca Caracciolo, sontuoso (lo stadio gli dedica una standing ovation all’uscita dal campo) nello stop al volo e freddo nella zampata del 2-0. Poco dopo, Ferrante semina la banda del buco zemaniana e chiude i conti.L’arbitro manda tutti negli spogliatoi dopo un solo minuto di recupero.
Il Brescia adesso corre. «Il piano gara ha funzionato alla perfezione», ha detto Marino negli spogliatoi. Avanti.