Da Breda a Pasini la linea verde dei giovani chef bresciani
Qualcosa si muove ai fornelli. Se Andrea Leali – per il Gambero Rosso – rappresenta la punta di diamante del rinnovamento, altri «ragazzi» stanno facendo bene in città e provincia.
È il caso di Simone Breda, classe 1985, bergamasco di origine e allievo di Gualtiero Marchesi all’Albereta: dopo un lungo tour fra Italia e Europa, è approdato a Orzinuovi aprendo – con la compagna Liana – il suggestivo Sedicesimo Secolo. Un altro bergamasco «acquisito» è Marco Acquaroli, al servizio di cuochi famosi come Philippe Leveillé ed Enrico Crippa: vincitore del Boucuse d’Or Italia nel 2016, ha raccolto l’eredità di Vittorio Fusari alla Dispensa Pani & Vini di Adro.
Brescianissimo è invece il 26enne Augusto Valzelli, capace di gestire per tre anni lo stellato Agrodolce ad Imperia: è tornato quest’anno nel suo quartiere di origine, Borgo Trento in città, trasformando lo Scarlatto nel Porta Antica. Ormai è una certezza Augusto Pasini, 33enne di Sarezzo; il braccio destro «culinario» di Ale Lanzani che ha dato un’impronta gourmet alla Bottega & Bistrot di via Albertano da Brescia e al più recente Laboratorio Lanzani. Infine, un giovanissimo – ha 24 anni - di cui sentiremo parlare: Francesco Bedussi, il cuoco di famiglia che sta creando la linea di cucina (soprattutto lievitati) del concept in via Crocifissa di Rosa.