Il talento per il teatro di Bruna Gozio

Non si è mai stancata di anticipare il tempo. Salendo su un palcoscenico per tutta la vita. Bruna Gozio è la riconosciuta anima del teatro bresciano, da decenni. Con passione e generosità accoglie gli inviti che gli vengono da ogni dove, quotidianamente, per recitare una buona pagina di scrittura, per inscenare un testo d’occasione, per dare teatralità, con quella erre pastosa, arrotata come una pietra di fiume, ad un testo altrimenti insipido. Ha esordito con i «Giganti della montagna» e la compagnia della Loggetta. Ma il teatro l’ha succhiato dal padre, fornaio con l’hobby di una sua compagnia teatrale, a Gussago. Negli anni della fanciullezza giocava con Renato Borsoni, capitato da quelle parti con la famiglia subito dopo la guerra. Segni del destino per un talento da coltivare. Laureata in filosofia ha cominciato con i grandi classici, Brecht e Cechov. Poi ha incrociato il dialetto ed è diventata figura rappresentativa di una stagione. «La curt dei pulì», «Flor da coblat», o la «Massera da bé», cui il filologo Giuseppe Tonna dedicherà i migliori anni del suo lavoro, e il « Bibbiu» e «Acqua trobia». Scriverà anche tesi teatrali suoi o in coppia con Paola Carmignani. E non ha intenzione di smettere: non si smette una vocazione che è un sorriso alla vita.