Corriere della Sera (Brescia)

Edda racconta le sue cicatrici e graziose utopie

In «Graziosa utopia» il cantante racconta senza alcun pudore le sue cicatrici e la lotta vinta contro la droga. Stasera il live in Latteria

- di Andrea Croxatto a pagina

Dopo sei album con i Ritmo Tribale e quattro da solista (tre originali e un ep live), Edda (all’anagrafe Stefano Rampoldi) torna con «Graziosa Utopia», un nuovo album maturo, forte e disperato, denso di suggestion­i, spirituali­tà e provocazio­ni, uscito il 24 febbraio scorso.

I fan potranno ascoltarlo dal vivo questa sera, alla Latteria Molloy di Brescia (entrata gratuita fino alle 21.30, dopo le 21.30 biglietti a 8 euro). Edda sarà preceduto da Endrigo, band che proporrà in un mini show acustico e minimale, alcuni dei brani del loro nuovo album «Ossa rotte, occhi rossi». Concluderà la serata il dj set di Jean Luc-Stote. Tornando a Edda — già famoso dalla

Il desiderio di riscatto dal dolore è espresso in brani struggenti e arrangiame­nti arditi

fine degli anni Ottanta come cantante dei Ritmo Tribale (storica band rock italiana che vanta 5 dischi e centinaia di concerti) — prima di tornare alla ribalta come artista singolo, si è preso una lunga pausa per riordinare le idee.

Una pausa sofferta per il consumo di droghe seguita da un’efficace disintossi­cazione. Lui alla musica ormai non ci pensava più, avendo scelto altre profession­i ben lontane dai riflettori. Fino all’incontro fulminante con il compositor­e Walter Somà e il musicista Andrea Rabuffetti, che lo hanno spinto a rimettersi in gioco. Così, una volta preso il giro (13 anni dopo…), ecco i suoi dischi «Semper biot» (2009), «In Orbita» (ep del 2010), «Odio i vivi» (2012), «Stavolta come mi ammazzerai?» (2014). Di recente è arrivata l’ultima fatica discografi­ca «Graziosa utopia», preceduta dal singolo «Benedicimi» (scritto da Stefano Rampoldi) con video in continua rotazione grazie anche all’estro del regista Fabio Capalbo. I pezzi del disco si distaccano dal passato rockettaro dei Ritmo Tribale e si presentano all’ascolto come cicatrici dolorose e struggenti che chiudono percorsi difficili, quasi rappresent­assero una metafora di vita dello stesso Edda. Canzoni non del tutto lineari nello stile, ma curatissim­e nei dettagli, si fanno ascoltare per intensità di arrangiame­nti e profondità dei testi. Canzoni che rappresent­ano uno stato d’animo, la voglia di riscattars­i e di offrire un sorriso nel buio.

Il disco di Edda cattura proprio i mille stati d’animo di chi ha toccato il fondo per poi risalire in modo convinto, esplorando tuttavia nuove prospettiv­e (anche musicali) che quasi non si vedono, ma si percepisco­no. E stasera, dalle 22.30 circa, Edda si esibisce nuovamente sul palco della Latteria Molloy nel «Graziosa utopia tour» insieme alla fedele band, per ripercorre­re parte della sua significat­iva carriera e, ovviamente, per presentare i brani dell’ultimo album.

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