Promossi e bocciati nel Brescia dell’era Cellino
Il pagellino delle rondinelle per dare i voti ai primi mesi dell’«era Cellino»
Due mesi di campionato sono passati, altri due sono pronti a trascorrere per decretare i primi verdetti del campionato al giro di boa. Il primo quadrimestre del Brescia è arrivato a metà. Non è ancora tempo di voti ma, come avviene a scuola, il «pagellino» può mettere in risalto chi ha già convinto, chi ha deluso e chi, non ha ancora avuto una chance o non l’ha sfruttata. La classe, folta come non mai (i giocatori presi in esame sono 31, senza includere il terzo portiere Andrenacci), ha cambiato insegnante venti giorni fa e c’è chi ne ha già beneficiato. Per la maggioranza, il quadro non è mutato. Restano 9 partite per cambiare i giudizi provvisori.
I promossi
I magnifici sette sono emersi subito. Stefano Minelli ha ripreso la maglia da titolare dopo la cessione di Gagno, protagonista peraltro all’esordio (ad Avellino parò un rigore). La prima scelta forte sul mercato, questa, di Massimo Cellino. Anzi la seconda, perché in difesa era già arrivata la solidità di Daniele Gastaldello, ministro con un sottosegretario di nome Michele Somma, sempre pulito ed efficace in ogni posizione, pronto a consacrarsi dopo troppi infortuni. Poi, ci sono le querce secolari. Andrea Caracciolo, che ha segnato 5 reti sulle 12 totali della squadra e si sta confermando un gigante per la B a 36 anni. E Dimitri Bisoli, centrocampista moderno: pressa e rifinisce, con Boscaglia era la seconda opzione offensiva (3 gol) e con Marino è diventato il polmone che dà ossigeno al dispendioso 3-4-2-1. Le rivelazioni, sono Federico Furlan e Josè Machin. Imprescindibili. Il primo è stato in campo per 1.038 minuti compresi i recuperi. Nessuno come lui. Il secondo è l’unico a essere stato impiegato in ognuna delle 12 gare. E pensare che ha saltato tutta la preparazione per infortunio…
I sufficienti
Solidi, affidabili, tra acuti e qualche stecca. Tra i pilastri delle rondinelle rigenerate dell’ultima settimana, ci sono Edoardo Lancini, Alessandro Martinelli e Alexis Ferrante, in prima linea nelle ultime due vittorie dopo un avvio difficile, alla ricerca di un ruolo – specie lo svizzero, che mezzala non è – e di fiducia. Tommaso Cancellotti, già opzionato da Cellino ai tempi del Cagliari, quando giocava nella Juve Stabia con Sau, è diventato l’inquilino della fascia destra. Biagio Meccariello, tra i pochi a tenere la barca lontana dalle onde quando la squadra annaspava, è finito di recente in un vortice negativo causato dai problemi del suo menisco.
I rimandati
Eccezion fatta per Coppolaro, solo ora pronto al rientro dopo l’infortunio occorsogli contro il Palermo, tra chi dovrà mettersi d’impegno per migliorare la pagella ci sono giocatori che erano attesi alla stagione della consacrazione. Bandini e Longhi, esterni bassi di ruolo, sono stati ignorati sebbene la difesa a tre rendesse auspicabile un loro impiego; a centrocampo Ndoj ha deluso dopo un ottimo precampionato, Dall’Oglio e Di Santantonio raramente incidono; in attacco, senza san Caracciolo, il Brescia sarebbe allo sbando. Rinaldi e Cortesi non hanno mai segnato, l’argentino con Marino, è ancora a secco di minuti e il giovane di rado finisce tra i convocati. Rivas, che potrebbe rivelarsi utile a gara in corso, è troppo fumoso.
I non giudicabili
Sono 10, quasi una squadra intera. Una chance non l’hanno avuta mai. Solo Cattaneo e Torregrossa hanno assaggiato il campo e, se il secondo deve i suoi miseri 9 minuti a un infortunio rilevante, il primo (due spezzoni) ha convinto per ora solo la tifoseria, compatta al suo fianco nonostante le ripetute bocciature. Pelagotti è il vice Minelli, gli altri devono ancora debuttare: Baya, N’Diaye e lo stesso Semprini sono under 20 e possono attendere, mentre Bagadur e Nicola Lancini (difensori) sono i veri bocciati al pari di Dembelè e Checchin entrambi centrocampisti. Se l’ultimo, di proprietà del Verona, dovesse rimettersi in sesto, potrebbe diventare a breve un acquisto a costo zero. Ipotesi, per ora. Il campo dice altro.