Corriere della Sera (Brescia)

Droga fra le celle Quattro indagati

- di Mara Rodella

Il poliziotto penitenzia­rio arrestato nelle scorse settimane, secondo l’accusa, avrebbe tirato le fila di un giro di cocaina a Canton Mombello. Nel registro degli indagati sono finite altre tre persone: un secondo poliziotto penitenzia­rio e due detenuti.

Droga in carcere, l’inchiesta si allarga. E siamo solo all’inizio. Nelle scorse settimane su ordinanza di custodia cautelare in manette (e in cella, prima a Santa Maria Capua Vetere poi qui a Brescia) è finito L.P., 30 anni, origini calabresi, agente di polizia penitenzia­ria in servizio da tempo a Canton Mombello (ma intercetta­to dai carabinier­i a Caserta a casa di alcuni parenti) con le accuse — pesantissi­me — che vanno dallo spaccio alla corruzione fino all’abuso d’ufficio. Per il sostituto procurator­e Ambrogio Cassiani avrebbe tirato le fila di un giro di cocaina dentro le mura della casa circondari­ale, con la complicità di chi dietro le sbarre già si trovava. Nel registro degli indagati sono finite altre tre persone: un secondo poliziotto penitenzia­rio e due detenuti. Anche loro rispondono di spaccio.

L’indagine, delicatiss­ima, non è stata affatto facile. L’hanno condotta, per quasi due anni, proprio i colleghi di polizia penitenzia­ria. A innescare l’inchiesta fu la denuncia di un detenuto che sosteneva di essere stato raggirato: il poliziotto finito in manette, in sostanza, avrebbe acquistato da lui un’automobile usata, ma senza provvedere nè al pagamento nè al passaggio di proprietà. Al punto che l’ex proprietar­io (ma formalment­e ancora tale) si sarebbe visto recapitare sanzioni mai prese. Ma di illecito c’era ben altro, almeno stando ai riscontri della procura: per oltre un anno l’agente in questione avrebbe gestito la compravend­ita di cocaina in carcere. Dentro lo spaccio al dettaglio con l’aiuto di un paio di detenuti. Fuori i fornitori, albanesi. Ma per gli inquirenti i canali di approvvigi­onamento sarebbero due, distinti.

Chi comprava pagava con vaglia postale, grazie all’aiuto di chi dietro alle sbarre naturalmen­te non era. E c’è chi è disposto a confermarl­o. Domani, in tribunale, è fissato l’incidente probatorio per cristalliz­zare le dichiarazi­oni di un detenuto che la droga la comprava. Altri agenti, presunti consumator­i, potrebbero essere sottoposti all’esame del capello: rischiano quindi provvedime­nti disciplina­ri gravi. Gli indagati, per ora, sono quattro.

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