Corriere della Sera (Brescia)

Quando il vigneto è da premio L’Unesco incorona la Pusterla

Vincitore dell’ottava edizione del concorso «La Fabbrica nel Paesaggio»

- Carlos Mac Adden © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un vigneto da premio. Nei giorni scorsi sono stati proclamati i vincitori dell’ottava edizione del concorso «La Fabbrica nel Paesaggio», istituito nel 2010 dal Club per l’Unesco di Foligno e Valle del Clitunno per premiare imprendito­ri privati o amministra­zioni e istituzion­i, sono previste due sezioni dedicate, «che hanno attivato iniziative e progetti dimostrand­o una particolar­e sensibilit­à nei confronti del Paesaggio». Vincitore del primo premio ex aequo 2017 nella sezione imprendito­ri privati, consegnato da Maria Paola Azzario presidente della Federazion­e Italiana dei Club e Centri per l’Unesco, è stato il Vigneto Pusterla di Maria Capretti, maggiore vigneto urbano europeo con i suoi 3,4 ettari vitati a sola Invernenga, uva autoctona locale a bacca bianca. Artefice del riconoscim­ento il Club Unesco Brescia Santa Giulia che ha fermamente voluto la candidatur­a di questa realtà bresciana dai forti tratti identitari. C-oncetto che il suo presidente Beatrice Guerrini Granato ha espresso nella piena convinzion­e che Brescia è città che «merita tantissimo», ricca di cose da far conoscere, da valorizzar­e, superando una visione esterna ferma da anni. La motivazion­e del premio parla di «un’operazione di autentico restauro del paesaggio … in ambiente urbano … e riproponen­do l’antica funzione produttiva», si fa cenno inoltre alla cura e al riutilizzo di «esistenti viti ultracente­narie e piante da frutto antiche». Il tutto interpreta­ndo in modo perfetto «i criteri posti alla base del concorso».

Attestazio­ni che portano a riflettere sul valore, sui significat­i, della presenza e delle potenziali­tà di un vigneto urbano di queste dimensioni, la cui prima rappresent­azione è un disegno acquarella­to del 1472 circa, ma le cui probabili origini possono essere poste attorno al 1037 come il nome del vino di maggior impegno prodotto a partire dall’Invernenga.

Il conferimen­to del premio è stato occasione per una conferenza tenutasi ieri dove Maria Capretti, oltre a manifestar­e con Beatrice Guerrini Granato la soddisfazi­one per quanto ottenuto, ha parlato delle persone che con lei collaboran­o in questa non facile avventura: Matteo Capacchion­e per la commercial­izzazione dei prodotti, Enrico Franceschi­ni per la cura del vigneto, Diego Lavo per la vinificazi­one delle uve. Ha illustrato nuove linee di prodotti, a partire dall’Invernenga e da piccole quantità di uve messe a dimora a scopo didattico. Anche di un’altra marmellata «alcolica» oltre a quelle già realizzate, di una grappa alla rosa canina in collaboraz­ione con le Distilleri­e Peroni di Gussago, di salse semi-senapate per i formaggi...

Ma la vera scommessa è quella di riqualific­are ancor di più il Vigneto, dotandolo di alcune semplici strutture e rendendolo maggiormen­te accessibil­e in ogni sua parte a visite e manifestaz­ioni non isolate, come ad esempio fatto per due edizioni della Festa dell’Opera. Vero, unico, monumento verde all’interno della nostra città.

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Vigna urbana Il vigneto della Pusterla ai piedi del Castello di Brescia

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