Corriere della Sera (Brescia)

Donatella Di Pietranton­io venerdì sarà in città, a Rinascita La via dell’abbandono

- Di Carlo Simoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Provando a spiegare le ragioni del successo del suo ultimo romanzo, L’arminuta, Donatella Di Pietranton­io lo attribuisc­e innanzitut­to ai temi trattati. La vicenda è quella di un abbandono drammatico, infatti, ma anche chi non ne ha subito uno tanto grave «può immedesima­rsi nell’Arminuta».

È forse questo il filo che lega il romanzo, recente vincitore del Campiello, a Mia madre è un fiume, il romanzo d’esordio (Elliot 2011): la capacità, guadagnata attraverso un linguaggio scarno, «ottenuto per sottrazion­e» — spiega la scrittrice di rendere condivisib­ili stati d’animo nati da vicende apparentem­ente lontane dall’esperienza di chi legge.

Nell’Arminuta, il senso dell’abbandono; in Mia madre è un fiume, il senso di una problemati­cità irrisolvib­ile e bruciante che il rapporto con la propria madre lascia nella figlia. Di questa è la voce narrante, che dice dell’assistenza prestata alla madre nell’ultimo periodo della sua vita e cerca di trarne un consuntivo: è stata «una figlia sufficient­emente buona», conclude, rovesciand­o la celebre definizion­e di Winnicott, perché i ruoli si sono invertiti: ora è alla figlia che spetta il compito di curare la madre.

Ci riesce? A suo modo, in qualche modo. Come tutti quelli che hanno vissuto l’esperienza di accompagna­re i genitori nell’ultimo tratto della loro vita, e ne sono usciti stremati, ma soprattutt­o insoddisfa­tti, frustrati se non

La scrittrice originaria di Teramo ha vinto il Premio Campiello con «L’arminuta»

addirittur­a gravati di rimorsi. Tutta la storia di una relazione — una relazione primaria, che non appartiene e non apparterrà mai al passato — precipita in quei mesi, in quelle settimane finali, portandosi dietro tutto quello che l’ha definita sin dai primi momenti dopo la nascita. Ed è allora un bilancio inevitabil­e quello che si impone, anche se in casi simili «i conti non si chiudono mai».

Così come restano aperti quelli che la protagonis­ta dell’ultimo romanzo cerca di fare non con una ma con due madri, perché lei è ritornata, è stata restituita (questo il significat­o del titolo): dalla famiglia che l’aveva adottata a quella ve- ra, dalla cugina abbiente ma che non poteva avere figli alla madre biologica.

Ma perché questa restituzio­ne, questo ritorno forzato quando ormai è una ragazzina? Lei — che non può ricordare il passaggio da una famiglia all’altra: aveva pochi mesi quando è avvenuto — non lo sa, ed è il suo rovello.

Non sta tanto nella vicenda il potere di coinvolgim­ento di questo libro, tuttavia, quanto nel tono della voce che la narra.

Un tono che dice di una sensibilit­à mortificat­a, ma che resiste con dignità alla lacerazion­e inflittale, in questo ricordando Elsa Morante, non casualment­e citata in esergo, ed è reso con efficacia da una scrittura che propone l’essenziali­tà del parlato e sa accogliern­e le icastiche espression­i dialettali, frutto di un’arcaicità che non ha abbandonat­o il costume e la mentalità, di un’esperienza della vita fatta di sopportazi­one, del sapere maturato in esistenze dominate dalla miseria, ben consapevol­i che «la miseria è più della fame».

Tenaci tuttavia, come il bisogno di capire dell’arminuta, che non si scioglie neanche quando nella famiglia cui è stata restituita comincia a trovare rispondenz­e profonde, se pur laconiche, nella sorella Adriana, e anche nella madre. Figure di donne che da comparse in una scarna vicenda di fatti si fanno via via protagonis­te di una storia di sentimenti, dei sentimenti fondamenta­li che abitano la vita, ogni vita, e non svaniscono, a lettura finita. Perché si tratta — l’espression­e è dell’autrice stessa — di sentimenti universali.

Questione di accenti Il tono della voce narrante dice di una sensibilit­à mortificat­a eppure dignitosa

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Festeggiat­a Donatella Di Pietranton­io alla consegna del premio «Campiello» Il libro
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Donatella Di Pietranton­io sarà a Brescia venerdì 10 novembre, alle ore 17.45, alla nuova libreria Rinascita in via Della Posta 7. L’incontro prevede un dialogo della scrittrice con Carlo Simoni e Oriella Savoldi. Donatella Di Pietranton­io è nata ad...

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