A2A, asse green con la Loggia: acciaierie nel teleriscaldamento e calore da sole e depuratore
«Brescia diventerà un laboratorio d’economia circolare che farà da modello all’Italia e all’ Europa». Così il presidente di A2A, Giovanni Valotti ieri in Loggia ha raccolto la sfida lanciatagli dal sindaco Del Bono, che ha snocciolato ai vertici della «sua» multiutility le principali sfide green anticipate sabato dal Corriere: convogliare il calore di 5 acciaierie di città e hinterland nel teleriscaldamento; dotarsi di un impianto solare termico e così puntare «ad una riduzione significativa» dei rifiuti conferiti all’inceneritore. Per il quale «dovranno essere fatti altri investimenti con l’obiettivo di abbattere ancor più gli ossidi d’azoto». Non solo: il sindaco ha chiesto anche un ambizioso piano di efficientamento energetico degli edifici pubblici (a partire dalle scuole) per poi arrivare anche a quelli privati.
Sfide che A2A è pronta a raccogliere. Ad anticipare progetti sui quali sta già lavorando è l’amministratore delegato, Valerio Camerano: «La sollecitazione a recuperare il vapore di altre cinque acciaierie, come già fatto con Ori Martin, ci trova pienamente d’accordo. Puntiamo ad ottenere 100/150 Gigawattora termici in più l’anno da convogliare nel teleriscaldamento. Recupereremo altri 3o GWh termici dal nostro depuratore di Verziano. Realizzeremo un impianto solare termico da 3800 mq su un’area di nostra proprietà a Lamarmora e ci darà un altro GWh. Poi ci sono gli accumulatori di calore del termovalorizzatore già installati nella nostra sede amministrativa dai quali ottenere altri 20 GWh». Ma questo calore in più non andrà automaticamente a ridurre i quantitativi di rifiuti conferiti all’inceneritore: «Il sindaco ce lo ha chiesto e certamente valuteremo la proposta nel prossimo piano industriale. Ma il teleriscaldamento oggi fornisce solo il 40 per cento del calore di cui ha bisogno la città. Bruciare meno rifiuti significa aumentare l’uso di fonti fossili (metano, ndr) nella centrale di Lamarmora». Il manager ribadisce che per l’azienda il termovalorizzatore «è centrale per le strategie dell’economia circolare: l’impianto ha dei livelli di emissioni molto al di sotto delle soglie di autorizzazione». A parità di impatto ambientale, ad A2A conviene bruciare rifiuti (viene anche pagata per ritirarli) piuttosto che acquistare metano da bruciare nelle nuove caldaie di Lamarmora. Si capirà il prossimo anno se Del Bono riuscirà ad imporsi. La riduzione del conferimento di rifiuti era tema che aveva posto anche nella presentazione del bilancio di sostenibilità dello scorso anno. Ora si attende lo studio sul bilancio termico e il possibile «dimagrimento» dell’impianto affidato a due professori universitari. Sarà pronto a fine mese.
Del Bono oltre ad aver sottolineato le tante sfide vinte dal nuovo management A2A (a partire dal valore delle azioni, quasi raddoppiate, «che rendono tutti i cittadini più ricchi») ricorda all’azienda l’impegno congiunto «a fare di Brescia un laboratorio di buone pratiche ecologiche. La città è conosciuta per le sue criticità ambientali, noi dobbiamo trasformarla nella città che ha saputo risanare le sue ferite. Ci impegneremo a sfidarvi in continuazione su questo indirizzo strategico». Replica di Valotti: «Le sfide poste dal sindaco saranno degli input fondamentali per l’aggiornamento dei nostri piani industriali. Nel 2014 avevamo perso completamente il treno delle rinnovabili e la società si era impigrita sulle rendite di posizione. Oggi non è più così». Basti pensare ai 17,8 Megawatt di solare acquistati recentemente nelle Marche da Novapower, che portano a 50 Mw la capacità solare installata. «Siamo diventati il 12esimo gruppo in Italia per energia solare» chiude Camerano.