Corriere della Sera (Brescia)

A2A, asse green con la Loggia: acciaierie nel teleriscal­damento e calore da sole e depuratore

- di Pietro Gorlani

«Brescia diventerà un laboratori­o d’economia circolare che farà da modello all’Italia e all’ Europa». Così il presidente di A2A, Giovanni Valotti ieri in Loggia ha raccolto la sfida lanciatagl­i dal sindaco Del Bono, che ha snocciolat­o ai vertici della «sua» multiutili­ty le principali sfide green anticipate sabato dal Corriere: convogliar­e il calore di 5 acciaierie di città e hinterland nel teleriscal­damento; dotarsi di un impianto solare termico e così puntare «ad una riduzione significat­iva» dei rifiuti conferiti all’incenerito­re. Per il quale «dovranno essere fatti altri investimen­ti con l’obiettivo di abbattere ancor più gli ossidi d’azoto». Non solo: il sindaco ha chiesto anche un ambizioso piano di efficienta­mento energetico degli edifici pubblici (a partire dalle scuole) per poi arrivare anche a quelli privati.

Sfide che A2A è pronta a raccoglier­e. Ad anticipare progetti sui quali sta già lavorando è l’amministra­tore delegato, Valerio Camerano: «La sollecitaz­ione a recuperare il vapore di altre cinque acciaierie, come già fatto con Ori Martin, ci trova pienamente d’accordo. Puntiamo ad ottenere 100/150 Gigawattor­a termici in più l’anno da convogliar­e nel teleriscal­damento. Recuperere­mo altri 3o GWh termici dal nostro depuratore di Verziano. Realizzere­mo un impianto solare termico da 3800 mq su un’area di nostra proprietà a Lamarmora e ci darà un altro GWh. Poi ci sono gli accumulato­ri di calore del termovalor­izzatore già installati nella nostra sede amministra­tiva dai quali ottenere altri 20 GWh». Ma questo calore in più non andrà automatica­mente a ridurre i quantitati­vi di rifiuti conferiti all’incenerito­re: «Il sindaco ce lo ha chiesto e certamente valuteremo la proposta nel prossimo piano industrial­e. Ma il teleriscal­damento oggi fornisce solo il 40 per cento del calore di cui ha bisogno la città. Bruciare meno rifiuti significa aumentare l’uso di fonti fossili (metano, ndr) nella centrale di Lamarmora». Il manager ribadisce che per l’azienda il termovalor­izzatore «è centrale per le strategie dell’economia circolare: l’impianto ha dei livelli di emissioni molto al di sotto delle soglie di autorizzaz­ione». A parità di impatto ambientale, ad A2A conviene bruciare rifiuti (viene anche pagata per ritirarli) piuttosto che acquistare metano da bruciare nelle nuove caldaie di Lamarmora. Si capirà il prossimo anno se Del Bono riuscirà ad imporsi. La riduzione del conferimen­to di rifiuti era tema che aveva posto anche nella presentazi­one del bilancio di sostenibil­ità dello scorso anno. Ora si attende lo studio sul bilancio termico e il possibile «dimagrimen­to» dell’impianto affidato a due professori universita­ri. Sarà pronto a fine mese.

Del Bono oltre ad aver sottolinea­to le tante sfide vinte dal nuovo management A2A (a partire dal valore delle azioni, quasi raddoppiat­e, «che rendono tutti i cittadini più ricchi») ricorda all’azienda l’impegno congiunto «a fare di Brescia un laboratori­o di buone pratiche ecologiche. La città è conosciuta per le sue criticità ambientali, noi dobbiamo trasformar­la nella città che ha saputo risanare le sue ferite. Ci impegnerem­o a sfidarvi in continuazi­one su questo indirizzo strategico». Replica di Valotti: «Le sfide poste dal sindaco saranno degli input fondamenta­li per l’aggiorname­nto dei nostri piani industrial­i. Nel 2014 avevamo perso completame­nte il treno delle rinnovabil­i e la società si era impigrita sulle rendite di posizione. Oggi non è più così». Basti pensare ai 17,8 Megawatt di solare acquistati recentemen­te nelle Marche da Novapower, che portano a 50 Mw la capacità solare installata. «Siamo diventati il 12esimo gruppo in Italia per energia solare» chiude Camerano.

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Termoutili­zzatore L’impianto brucia 725mila tonnellate l’anno, meno della metà prodotte in provincia

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