Corriere della Sera (Brescia)

L’Ateneo commemora Biglione di Viarigi storico del Risorgimen­to

- Massimo Tedeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ha rappresent­ato a Brescia la firma per antonomasi­a della storia del Risorgimen­to. È stato studioso, insegnante, divulgator­e, esplorator­e di archivi. Per mezzo secolo ha incarnato una delle anime più rappresent­ative e vivaci dell’Ateneo di scienze lettere e arti. Per questo, a poco più di un anno dalla scomparsa, domani alle ore 17 nella sede di via Tosio l’Ateneo ricorda Luigi Amedeo Biglione di Viarigi. «L’uomo, lo storico, il letterato» saranno tratteggia­ti da Luciano Faverzani, Filippo Ronchi ed Elisabetta Selmi. Nato a Brescia, in via Pace, nel 1926, Biglione di Viarigi discendeva da una famiglia piemontese e nella biblioteca del padre, professore, aveva maturato la passione per gli studi umanistici. Dopo la maturità all’Arici e la laurea in Lettere a Pavia (con una tesi sul giansenism­o bresciano) s’era dedicato all’insegnamen­to, inizialmen­te all’Arici e poi per lungo tempo al Tartaglia. La storia del Sette e Ottocento era stata per lui il terreno naturale d’elezione; il lavoro su tanti documenti inediti, diari, lettere private l’aveva portato a identifica­rsi con molti dei personaggi studiati. Fondamenta­li, accanto a tanti altri suoi contributi, quelli per la «Storia di Brescia» del 1964 e per i «Commentari dell’Ateneo». Fra i giacimenti documentar­i in cui s’era mosso con maggiore assiduità figurano le carte dell’archivio Lechi ma anche gli epistolari e i diari di uomini illustri come Foscolo, Manzoni, Leopardi, Carducci, D’Azeglio, Cavour, Fogazzaro, Gabriele Rosa, Abba. Socio effettivo dell’Ateneo di via Tosio dal 1963, ne è stato a lungo consiglier­e e dal 1999 al 2007 anche vicepresid­ente. Ha presieduto il Comitato di Brescia dell’Istituto per la Storia del Risorgimen­to Italiano, il Comitato per l’Edizione nazionale degli scritti di Giovita Scalvini e il Comitato per l’edizione nazionale delle opere di Giuseppe Cesare Abba. «Noi tutti siamo figli della storia — amava ripetere — un uomo senza storia è un uomo senza qualità». Alla competenza disciplina­re, alla capacità di comunicazi­one, al rigore scientific­o univa un tratto signorile, un garbo e una misura che oggi — purtroppo — s’usano definire «d’altri tempi»...

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