Corriere della Sera (Brescia)

PRIMA DARE I VOTI ALLE ATTITUDINI

- di Ennio Pasinetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dare i voti a chi dà i voti: l’appuntamen­to annuale del Rapporto Eduscopio, portale della Fondazione Agnelli, che valuta e classifica gli istituti superiori in base all’esito post-diploma, ossia alla riuscita universita­ria e all’inseriment­o nel lavoro, è un passaggio sempre molto osservato e dibattuto. Le scuole vi si specchiano, a volte ritrovando­si, spesso no, le famiglie lo utilizzano come strumento orientante le scelte per i propri figli: è provato che il parere dei genitori pesa sempre di più a questo bivio, in apparente contraddiz­ione con adolescent­i autonomi e indipenden­ti su molte decisioni che li riguardano. Attendibil­ità e rigorosità della ricerca non sono in discussion­e: 4378 scuole scrutinate, più di un milione di studenti osservati. La conferma di alcuni macrodati per la nostra provincia, analizzati ieri su queste pagine, ne ribadiscon­o la scientific­ità. Ma da soli non bastano. Un tempo si sceglieva la scuola superiore optando per la figura profession­ale che lì veniva formata (gli indirizzi tecnici erano in questo senso molto espliciti: per ragionieri, per geometri, per periti tecnici, ecc.); questo in un sistema produttivo fermo, in un mercato del lavoro interessat­o all’ingresso di nuove masse di scolarizza­ti. Oggi non è più così: dall’inizio degli studi superiori allo sbocco lavorativo, incerto e comunque rimandato spesso a dopo l’università, cambiano gli orizzonti, le abilità richieste, i contesti. Vale di più affinare le life skill, le competenze per la vita spendibili a prescinder­e da una precisa profession­e, che muterà nel tempo e nel corso della stessa vita lavorativa adulta. Interessan­te perciò comparare gli esiti delle diverse scuole, accertarsi dell’efficienza, apprezzare i benefit di offerta formativa innovativa e aggiornata, meglio se raccordata al mondo del lavoro; preferibil­e comunque affiancare a questa lettura l’empirico passaparol­a di chi già ha sperimenta­to un istituto, l’osservazio­ne sul campo (gli open day si sono trasformat­i da vetrine pubblicita­rie a veri cantieri aperti da esaminare), ma soprattutt­o – da parte dei ragazzi e delle famiglie - un’ onesta e consapevol­e autoanalis­i di talenti e attitudini: lo stesso Rapporto riconosce che ogni indirizzo di studio presenta una proposta formativa specifica, che valorizza in modo differenzi­ato le abilità e le conoscenze pregresse degli studenti. Per contenere i pericoli di insuccesso e la frustrazio­ne di misurare la propria inadeguate­zza alle «scuole prime in classifica», lo studente dovrebbe optare per indirizzi che valorizzin­o i suoi punti di forza e i suoi interessi, che sono appunto personali. La valutazion­e tende all’oggettivit­à, ma l’orientamen­to parte dal soggetto.

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