Corriere della Sera (Brescia)

L’acciaio bresciano fa scintille 90 milioni di utile per 139 aziende

Migliora la redditivit­à delle imprese italiane (+8%), ma cala il fatturato (-6%)

- di Matteo Trebeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Mentre le 54 aziende siderurgic­he della provincia di Bergamo segnano una perdita complessiv­a di 51 milioni di euro, il comparto dell’acciaio bresciano registra un utile di 90 milioni.

Ci sono aziende in salute, altri più in difficoltà, alcune in perdita. Con 139 società che producono o lavorano l’acciaio, la nostra provincia è la seconda in Italia, con un giro d’affari di 5 miliardi di euro: il fatturato prodotto dalla siderurgia bresciana supera quello realizzato dall’intero comparto del Veneto (4,5 miliardi), ecco perché il peso industrial­e di Brescia è notevole anche a livello nazionale. Certo, quello della siderurgia è un settore complesso, soggetto a oscillazio­ni della materia prima (il prezzo del ferro è cresciuto del 7%), alle richieste dei mercati stranieri e a problemi come l’overcapaci­ty.

L’andamento registrato a livello nazionale è quello di un fatturato in leggero calo, anche se migliora la redditivit­à delle imprese (+8%). Molto positiva l’inversione di tendenza dei guadagni: dopo il crollo del 95% registrato nel 2015, l’anno successivo l’utile dell’acciaio italiano è tornato a crescere segnando un +391%. Tradotto, a fronte di 34 miliardi di ricavi, il risultato netto delle aziende italiane l’anno scorso è stato di 535 milioni. Sono le prime conclusion­i dell’Ufficio studi di Siderweb, la community dell’acciaio che ieri, a Milano, ha presentato i risultati dell’analisi di 3.700 bilanci di aziende del settore: il giro d’affari dell’acciaio italiano è di 33,9 miliardi di euro, in calo del 6% rispetto ai 36 miliardi dell’anno precedente.

Secondo il professor Claudio Teodori, ordinario del dipartimen­to di Economia e management dell’Università di Brescia, «il volume di attività in molti casi non ha una tendenza ben definita, con un impatto negativo sulle quote di mercato». Nonostante i ricavi siano in flessione, non va dimenticat­a la buona notizia del 2016: l’incidenza complessiv­a del valore aggiunto sul fatturato è cresciuta gradualmen­te, passando dal 15,3% al 17. «Questo incremento è un segnale molto importante – specifica Teodori – in quanto premessa per il migliorame­nto della situazione economica».

Nel mare magnum dell’acciaio, da chi è stato prodotto il valore aggiunto? Il 78% dipende dai produttori, il 9% da chi commercia l’acciaio e un altro 9% dai «centri servizio» (inox, sagomatori, laminati lunghi, piani), solo il 4% è stato prodotto da chi commercia rottame.

Oggi la ripresa è «ancora timida», ma ciò che si nota è «il divario che si allarga tra chi ha saputo puntare su innovazion­e e migliorame­nti organizzat­ivi – spiega Emanuele Morandi presidente di Siderweb – e le aziende che sono ancora attardate rispetto ai paradigmi più evoluti». Da Bilanci d’acciaio 2017 emerge un quadro complesso ma comunque positivo: il fatturato italiano è sceso (-6%), ma la redditivit­à è aumentata dell’8% (Ebitda a 2,7 miliardi contro i 2,5 del 2015). A dimostrazi­one del buon stato di salute dell’acciaio bresciano, c’è un’ulteriore prova: tra le otto migliori aziende siderurgic­he nazionali per tassi di crescita e redditivit­à nel 2016, Siderweb ha premiato anche quattro aziende bresciane: Olivini Giuseppe spa, Lucchini RS spa, OMS Saleri spa, Meccanica Trafilati Martin srl.

Morandi Si allarga ancora il divario tra chi ha saputo puntare su innovazion­e e chi ancora si attarda rispetto ai paradigmi più evoluti

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy