Corriere della Sera (Brescia)

Parole dipinte e immagini scritte: la poetica di Arrigo Lora Totino

- Alessandra Troncana © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Calzamagli­a da mimo e maglione esistenzia­lista a collo alto, qualche volta osava il tutù: sul palco, con quella mise, gorgogliav­a sillabe, lettere, fonemi e parole incomprens­ibili, finendo per innaffiare le prime file della platea. Artista, poeta concreto, padre della poesia sonora, demiurgo della poesia ginnica e della poesia liquida, Arrigo Lora Totino ha trovato l’ispirazion­e in ritagli di giornale sporchi d’inchiostro, locandine, ritmi di parole, visioni, suoni, scultura e pittura aniconica. Torinese, dagli anni Sessanta ha lavorato a un concetto di poesia al confine tra avanguardi­e storiche e sperimenta­zione contempora­nea. L’artista e poeta, morto lo scorso anno, era quasi ossessiona­to dall’idea di creare nuovi significat­i partendo da segni lasciati liberi e da grumi di colore svuotati di qualsiasi originaria accezione semantica. Le sue provocazio­ni letterarie sono in mostra da Kanalidart­e (via Mario, in città): oltre alle reliquie e alle opere, «Poetica», curata da Valerio Dehò, può vantarsi di avere il video proiettato alla Gam di Torino a marzo 2017 con una serie di performanc­e storiche interpreta­te da Lora Totino nella sua carriera. «La sua sperimenta­lità e la sua ironia ne hanno fatto uno dei personaggi più importanti del panorama delle neoavangua­rdie in Europa». fanno sapere dalla galleria. L’uomo travestito da mimo ha creato un linguaggio in cui suono, gestualità, spazio, recitazion­e e mimica si contaminan­o e fondono in un amalgama che, non dimentican­do né Marinetti, né la lezione di poeti come Eugen Gomringer, asseconda e porta verso confini inimmagina­bili il guizzo gioioso del Cabaret.

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