Corriere della Sera (Brescia)

Michele Vitali: «Vinciamo per noi e per nonno Nino»

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da fratello d’arte ad attore protagonis­ta della Germani capolista. Michele Vitali, 26 anni appena compiuti non vive più all’ombra di Luca, playmaker di Brescia, dove si sono ricongiunt­i nell’estate del 2016. «Se sono cresciuto è anche grazie al suo sostegno, non è stato mai un peso essere suo fratello», dice la guardia, che rivendica peraltro il primato nel secondo sport di famiglia: «A ping pong, sul tavolo di casa, prende delle belle bastonate…». È merito della sua tenacia («e dello staff tecnico: con il vice Alessandro Magro lavoro molto sulla rapidità dei piedi») se le cifre lo consacrano tra i migliori italiani in circolazio­ne – la chiamata in nazionale, tuttavia, per ora si fa attendere – oltre che secondo miglior tiratore da tre punti della Serie A, con 14 centri su 26 tentativi. Quest’anno fa parte del quintetto base e non manca mai nei finali di partita: i canestri della staffa, con Avellino, Varese e Reggio Emilia, sono stati sempre suoi e sempre dalla distanza. La prima insegnante è stata mamma Anna, giocatrice di buon livello al pari del marito Roberto. A San Giorgio di Piano, Bassa bolognese, ripeteva la filastrocc­a del bravo tiratore al figlio ‘Micky’: «Giù le gambe, su le braccia, spezza il polso». Ha funzionato. Poi sono arrivate anche le dritte di un amico speciale, altro bolognese doc. Si chiama Marco Belinelli e, oltre a un anello Nba, a casa conserva il titolo di vincitore della gara di tre punti durante l’All Star Game: «Che mangiate di carne – racconta Michele – con lui a casa nostra». Domani sera, dopo la sfida a Bologna tra la sua Brescia e la sua Virtus (qui ha vinto due scudetti giovanili), ovvero le uniche città italiane che vantano una squadra in Serie A e una in A2 (Orzinuovi e Fortitudo, nell’ordine), tornerà a dormire nel letto di casa. L’indomani si concederà una visita speciale, «a nonno Nino, il mio primo tifoso», prima però c’è una sfida da provare a vincere. Per la settima sinfonia. «L’attesa si respira, ma siamo concentrat­i. Stiamo vivendo una gara alla volta e questo è il nostro segreto, oltre all’innegabile vantaggio che ci ha dato poter ricomincia­re dal blocco dello scorso anno. Io mi infortunai dopo la Coppa Italia a febbraio, avevo tanta voglia di dimostrare il mio valore ma non covo rivincite». Da uno che lo conosce bene: suggerimen­ti per resistere alla spinta del Pala Dozza? «A Bologna il pubblico è molto esigente, il basket è una religione e la pressione va di pari passo con la passione, mentre a Brescia sono rimasto colpito dai nostri tifosi. In curva vanno le famiglie, si applaudono anche gli avversari. Troveremo un clima caldissimo, siamo pronti ad affrontarl­o con le nostre armi. La difesa in primis». Perché, pur consapevol­i di quanto sarà dura restare al comando, «non siamo primi per caso, siamo arrivati in vetta mettendo tanti mattoni, facendo bene molte piccole cose». Parola di Michele Vitali. «Un precisino», per il fratello grande. Soprattutt­o, uno che fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Spesso è un canestro.

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Michele Vitali 26 anni non vive più nell’ombra del fratello Luca: dal 2016 giocano insieme nella Germani

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