Corriere della Sera (Brescia)

Save the children promuove Brescia Sull’Atlante è in posizione «buona»

Una delle sfide principali è quella della denatalità e dell’inclusione

- di Thomas Bendinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un minore su sei in condizioni di povertà relativa, uno su dieci che abbandona troppo presto la scuola, uno su due che nel corso dell’anno non svolge quattro o più attività culturali. È la fotografia della Lombardia fatta da Save The Children nell’ottava edizione dell’Atlante dell’Infanzia lettera alla scuola presentato nella giornata di ieri e che a giorni sarà in libreria. La provincia di Brescia, in un contesto non particolar­mente brillante, non se la passa però male. Nell’atlante Brescia è segnalata in posizione buona (attraverso un sistema di cartine della penisola che cambiano tonalità a livello provincial­e) per numero di alunni non ammessi alla classe successiva nella scuola secondaria di primo grado, formazione degli insegnanti, inclusione degli studenti con cittadinan­za non italiana, numero di palestre, bibliotech­e e laboratori. Una delle grandi sfide attuali è quella della denatalità e dell’inclusione dei bimbi non di cittadinan­za italiana. Brescia è provincia relativame­nte giovane, con i suoi problemi di invecchiam­ento ma in situazione sicurament­e migliore della media nazionale. Merito questo anche della natalità delle famiglie straniere, in calo in questi ultimi anni, ma comunque mediamente superiore rispetto alle mamme italiane. Questo comporta che a Brescia il numero di over 65 ogni 100 under 14 è di 143, più basso rispetto ai 168 di Varese, i 161 di Como o i 173 di Sondrio, giusto per rimanere in regione, e più simile a quello di Bergamo (136). Effetti pratici? Non male per Brescia: «Di fronte alla sfida dell’inclusione - si legge nell’Atlante - in Italia solo nel 2,2% delle scuole del primo ciclo gli insegnanti ricevono formazione specifica; un passo avanti è stato fatto con il Piano di formazione dei docenti 2016-2019 e, a livello regionale, un dato particolar­mente positivo è registrato a Brescia, dove il 7,4% degli istituti scolastici offre tale opportunit­à». Se Brescia non se la passa male, il Nord Italia va meglio del Sud nel grande capitolo dell’accesso e del diritto all’istruzione. Il quadro è più desolante se il raffronto è fatto con l’Europa. «Con solo il 4% del Pil nazionale speso nel settore dell’istruzione - si legge nell’Atlante -, contro una media europea superiore di quasi un punto percentual­e (4,9%), non è facile per la scuola pubblica offrire una risposta adeguata alle problemati­che che incontra. Le poche risorse si traducono in strutture a volte fatiscenti o spoglie».

Dati negativi in Lombardia anche per i «disconness­i culturali», aspetto strettamen­te legato alla disuguagli­anza economica: «In Lombardia più di 1 ragazzo su 2 trai 6 e i 17 anni non arriva a svolgere, in un anno, quattro delle seguenti attività culturali: lettura di almeno un libro, sport continuati­vo, concerti, spettacoli teatrali, visite a monumenti e siti archeologi­ci, visite a mostre e musei, accesso a internet». Una scuola, insomma, che secondo Save The Children talvolta alimenta disparità.

 ??  ?? Inclusione Una delle sfide a Brescia
Inclusione Una delle sfide a Brescia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy