Gioele Dix è il malato immaginario
In un clima soffocante, fatto di purghe e di farmaci, si svolge la vicenda di Argan, ipocondriaco concentrato sulla sua salute, e della sua famiglia, fra mogli manipolatrici e serve furbastre, figlie irrispettose con i loro corteggiatori che non demordono, tutti assediati da una torma di medici armati di clistere. Non c’è bisogno di aggiungere altro: è «Il malato immaginari» di Molière che questa sera (ore 20.30) debutta al Sociale per la stagione di prosa del Ctb nella versione prodotta dal Teatro Franco Parenti di Milano, regia di Andrée Ruth Shammah. Gioele Dix e Anna Della Rosa i due interpreti principali.
Un testo sempre di disarmante attualità che ci parla dell’umana fragilità di fronte ai raggiri dei cosiddetti esperti, dei millantatori in una società in cui spesso i rimedi sono peggio dei mali. Una commedia divertente, ma anche disperata. Molière compone una violenta satira nei confronti della classe medica, ma è anche un fustigatore dei vizi pubblici e privati. Ne parliamo con la regista.
«Non finisce di stupirmi — ci racconta Andrée Ruth Shammah — il successo di questo adattamento che io ho ripreso tale e quale da quello che avevo firmato negli anni ’80. Dopo Brescia andremo a Roma e sarà la 48esima replica. Vuole sapere una chicca? Gioele Dix in quella prima edizione, di più di trent’anni fa, aveva fatto il fidanzato in una sostituzione. Ora è Argan. È un testo sempre vivo, che miscela comicità, psicanalisi, soprattutto modernità. La grande intuizione di Molière è che ci fa riflettere sulla solitudine dell’uomo che si nasconde dentro la medicina, come dentro la religione. Un testo che è anche una grande metafora politica, perché come ha scritto Garboli, i rapporti del protagonista con la medicina ripetono quelli di qualsiasi honnête homme, vittima e insieme colpevole, con il potere».
A proposito di Garboli, uno dei più grandi e raffinati letterati italiani: sua è la traduzione. «Di Garboli abbiamo mantenuto quasi tutto, tranne alcuni nomi troppo espliciti. Nella prima edizione il medico si chiamava Cagherai e il pubblico si metteva a ridere subito, non andava bene. Io l’ho cambiato in Purgone. Vuole una seconda chicca? Piero Domenicaccio, che a Brescia conoscete bene perché ci abita, è invece il prof. Fecis, altro nome sarcastico. Pensi che è con noi da sempre».
Altri interpreti: Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Linda Gennari, Pietro Micci, Alessandro Quattro e Francesco Sferrazza Papa. Repliche fino a domenica.