AUTONOMIA, IL CASO VALLE CAMONICA
La Valle Camonica ha gli stessi abitanti della Valle d’Aosta, centoventimila persone. Entrambe hanno un patrimonio naturale di straordinaria bellezza, culminando l’una nei profili scoscesi del monte Bianco, avendo la seconda genesi e identità nella storia e nella maestosa distesa del ghiacciaio dell’Adamello. Ma le risorse a disposizione sono ben differenti. Di là una regione autonoma ricchissima, di qua una comunità montana con pochi poteri a minime disponibilità. Eppure la comunità montana di Valle Camonica, ha i suoi primati, le sue emergenze, le sue peculiarità nelle ricchezze della cultura che da qualche anno vanno consolidando un primato non ancora introitato nella coscienza valligiana. Unico al mondo è il patrimonio delle incisioni rupestri,unica in Europa è la università della montagna, «Unimont» con sede ad Edolo, mentre si sono moltiplicati i restauri di nuclei storici di eccezionale fascino come Bienno e Cerveno, e poi case della cultura, piccoli musei, antiche chiese, che fanno della Valle un «nuovo» itinerario della cultura alpina italiana. Pochi territori lombardi hanno compiuto in pochi anni un percorso di rinascita così articolato e variegato come quello della Valle Camonica. Ostacolato caso mai dal carattere dei valligiani ancora ancorato in qualche occasione ad una idea di autonomia che confina con l’isolamento, o con l’egoismo del campanile. Ma nell’insieme in questi ultimi anni la Valle ha raggiunto obiettivi eclatanti. Sono le biblioteche, le case della cultura, i piccoli musei locali, i luoghi di pregio sparsi ovunque, dal Musil di Cedegolo, al bellissimo recupero della torre di Vezza d’Oglio a segnalare il processo di innovazione. Mentre Breno, con il teatro delle Ali e il museo camuno che ha aperto in queste settimane la grande mostra «Ritratti di Giacomo Ceruti in Valle Camonica» ritrova l’orgoglio della capitale. Per non parlare della cultura materiale, dai formaggi ai vini, ai piccoli frutti che sono divenute produzioni di tipicità. Ho cominciato questa riflessione con un confronto con la Valle d’Aosta per sottolineare che in tempi di referendum sull’autonomia, la Lombardia deve trovare il modo di valorizzare quell’impegno anche all’interno del proprio territorio premiando come si deve i caratteri di originale autonomia della propria regione. La rinascita della Valle è stata possibile anche grazie a risorse straordinarie di progetti a termine finanziati dalla Cariplo e dai fondi Valtellina. Quei finanziamenti sono a scadenza. La regione Lombardia sappia valutarne ipotesi di sostituzione.