Asilo, 25% dei paesi «fuorilegge»
In 35 superano la «soglia ideale». Caso limite Anfo: 66 stranieri, 490 abitanti
Sono 135 i comuni bresciani che accolgono profughi sul loro territorio. La distribuzione è molto variegata, c’è chi ne accoglie un paio, chi qualche decina, ma nel 25% dei casi la presenza dei richiedenti supera quella soglia «ideale» che il ministero dell’Interno e l’Anci avevano individuato in 2,5 profughi ogni mille abitanti. Il caso limite a Anfo: 66 richiedenti vivono in un paesino di 490 abitanti.
Sono 135 i comuni bresciani che accolgono profughi sul loro territorio. La distribuzione è molto variegata, ma nel 25% dei casi la presenza dei richiedenti supera quella soglia «ideale» che il ministero dell’Interno e l’Anci avevano individuato in 2,5 profughi ogni mille abitanti. Si passa dai 9 richiedenti asilo della piccola Capo di Ponte ai 720 della città di Brescia, dai 24 di Pontevico ai 29 di San Felice del Benaco. Senza dimenticare situazioni come quella di Anfo, dove 66 richiedenti vivono in un paesino di 490 abitanti. Quello di Anfo è il caso limite, se si vuole. E se qui, l’anno scorso, all’arrivo dei profughi seguirono forti polemiche, soprattutto da parte della Lega Nord, altrove la situazione sembra più gestibile.
A Gambara, quattro mila anime al confine con la provincia di Mantova, c’è un ostello che ospita più di cento richiedenti asilo.
«Si trova in una frazione — racconta il sindaco, Ferdinando Lorenzetti — e non posso certo dire che diano fastidio: anzi, aiutano per la pulizia delle scuole e delle piste ciclabili». Da soglia ministeriale, Gambara dovrebbe ospitare al massimo 12 profughi. Nel 2015 ne arrivarono diverse decine, oggi sono un centinaio: a gestirli è la famiglia Nicoli, quella che a Montichiari è proprietaria del Ristorante Boschetti, titolare a sua volta di un contratto con la prefettura per dare ospitalità (a Montichiari) ad altri 52 profughi. A Gambara c’era questo vecchio ristorante (in disuso) con annesse camere: è stato ristrutturato, in modo da accogliere una novantina di migranti. Un numero elevato, con il quale – è l’accordo non scritto – si prevede di escludere Gambara e i comuni limitrofi dall’arrivo di nuovi profughi. È anche per questo che Lorenzetti non firmerà l’accordo Anci-Viminale: il sindaco, infatti, non vuole trasformare l’ostello in un centro «Sprar», ma lasciarlo come «Cas».
Se nel bresciano l’intesa che prevede una clausola di salvaguardia (2,5 profughi ogni mille abitanti) non ha avuto poi così successo, è pur vero che la prefettura ha stretto altri accordi, per esempio in Valcamonica o in Valtrompia: Lumezzane, per esempio, oggi gestisce 28 richiedenti ma non ne avrà più di 62.
Un’intesa ad hoc è stata presa con Montichiari, che oggi ospita 127 profughi. Non ne arriveranno altri, visto che il Comune è stato «escluso dal nuovo bando. L’abbiamo chiesto noi con forza – ricorda il vicesindaco, Basilio Rodella – e la prefettura l’ha accettato». Mettendolo nero su bianco. Per mesi il futuro della caserma Serini ha rinfocolato le polemiche sulla presenza dei profughi, con lo spettro che i richiedenti potessero arrivare a centinaia. Al momento, invece, le strutture di cooperative e privati sono controllate dalla Polizia locale e non sembrano esserci problemi sociali né di microdelinquenza. Niente accordo
Lorenzetti (Gambara) Nessun fastidio e anzi aiutano per la pulizia delle scuole e delle piste ciclabili Rodella (Montichiari) Siamo stati esclusi dal nuovo bando, l’abbiamo chiesto noi con forza e la prefettura l’ha accettato
Anci-Viminale neppure a Lonato, che ospita 70 profughi, fuori soglia di circa venti. Ciò che non piace a Roberto Vanaria, assessore alla sicurezza, è che i privati non siano obbligati ad avere una certificazione che attesti l’idoneità dei locali prima di sottoscrivere un contratto. «Prima di far arrivare i profughi – spiega – la cooperativa o albergatore deve dimostrare che può gestirli in maniera corretta: non basta informare la prefettura, deve farlo anche con il comune». Se gli sbarchi continuano a diminuire, forse anche alcuni comuni bresciani potrebbero vedere diminuire il numero dei rifugiati.