Morta di malaria «Il contagio in ospedale»
Sofia Zago, la bimba trentina di quattro anni morta per malaria il 4 settembre scorso (nella foto con i genitori), al reparto Infettivi dell’ospedale Civile, è stata contagiata durante il ricovero all’ospedale Santa Chiara di Trento. È la conclusione a cui sono giunti i periti veronesi nominati dalla Procura della Repubblica di Trento che hanno inviato un’anticipazione al procuratore capo Marco Gallina. La notizia sulla genesi del contagio è contenuta in un anticipo della relazione conclusiva inviata in queste ore al procuratore capo Marco Gallina.
Gli esami sono stati effettuati all’ospedale di Negrar nei pressi di Verona. La relazione completa dei periti è attesa per la fine del mese. Come aveva già anticipato ai primi di novembre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e successivamente l’Istituto Superiore di Sanità, il contagio è avvenuto molto probabilmente durante il ricovero avvenuto tra il 16 ed il 21 agosto nel reparto di pediatria all’ospedale Santa Chiara del capoluogo trentino.
In quei giorni erano ricoverate, in una stanza diversa da quella di Sofia, due bambine che erano reduci da un viaggio in Burkina Faso, la loro terra d’origine. Da anni le piccole risiedono in Trentino, ma nel periodo estivo erano tornate con i genitori a far visita ad alcuni parenti rimasti a vivere in Africa. Le due bimbe erano ricoverate per un attacco di malaria. Il ceppo di malaria che ha ucciso Sofia, il Plasmodium Falciparum, era lo stesso che aveva colpito le due bambine di origine africana. L’Istituto Superiore di Sanità nella relazione di alcune settimane fa aveva già anticipato che l’infezione non era stata trasmessa direttamente dalla zanzara ma da un «errore umano impercettibile». Alla procura è stata consegnata anche la relazione interna dell’azienda provinciale dei servizi sanitari del Trentino.(l.g.)