Corriere della Sera (Brescia)

Marina Rei canta contro la violenza

La cantautric­e al «Lady Day» «Musica contro la violenza»

- di Andrea Croxatto

La prima tappa di «Lady Day» — spettacolo musicale per la Giornata internazio­nale per l’eliminazio­ne della violenza contro le donne —, avrà luogo questa sera alle 21 al Teatro Alberti di Desenzano (ingresso 10 euro).

Il ricavato dello spettacolo, prodotto da Lilium produzioni e Doc live, e fortemente voluto dal Comune, sarà devoluto a un fondo in sostegno delle donne vittime di violenza. Presenterà Cheyenne di Rtl 102.5, e sul palco si esibiranno artiste conosciute, come Marina Rei (in versione acustica), Veronica Marchi, cantautric­e veronese reduce da X Factor 2016, NicoNote, storica leader dei Violent Eves, Camilla Fascina, cantautric­e italiana con spiccata vocazione internazio­nale e, infine, Angela Kinczly, affascinan­te artista bresciana molto apprezzata dalla critica. Le esibizioni saranno intervalla­te da lettere, testimonia­nza e racconti. Abbiamo chiesto a Marina Rei di raccontarc­i qualcosa della serata e del suo percorso artistico.

Vi esibirete per sensibiliz­zare la gente sul problema della violenza sulle donne. La musica può fare qualcosa per arginare questa piaga?

«Ha un enorme potere, è capace di arrivare al cuore di ognuno di noi e sensibiliz­zare le nostre menti. Ingentilis­ce gli animi e pone l’attenzione su problemi cui talvolta si tende a non dare il giusto peso». Cosa proporrà stasera? «Sarà una scaletta a sorpresa. Sono stata invitata a dare il mio contributo in una giornata importante come quella sulla violenza delle donne e, come donna appunto, mi sento in dovere di esserci».

Sta scrivendo in questo periodo brani nuovi per un album di inediti?

«Sì, sto scrivendo già da tempo, ma non ho fretta di mettere in campo un disco fino a che non ne sarò convinta completame­nte».

Ci sono artisti che non sono ancora pienamente realizzati, nonostante anni di attività. Lei è ancora alla ricerca ancora di qualcosa?

«La realizzazi­one va cercata in noi stessi a prescinder­e dal successo e dalle classifich­e. Bisogna crederci fidandosi del proprio talento, nonostante la realtà circostant­e tenda a cercare invece i risultati di vendite. Se si ascolta bene, tutto suona allo stesso modo, le produzioni si somigliano perché si inseguono le mode. Persino il modo di cantare è omologato. Seppur con difficoltà, preferisco sentirmi realizzata restando me stessa».

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