Corriere della Sera (Brescia)

Una casa-museo dentro i saloni di Palazzo Tosio

L’allestimen­to a cura di Valerio Terraroli con opere scelte da Ateneo, Loggia e Brescia Musei

- Alessandra Toncana. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una casa museo a Palazzo Tosio. Lo storico dell’arte Valerio Terraroli sceglierà le opere che saranno esposte nel palazzo: l’Ateneo lo riaprirà a marzo, con le Giornate di primavera del Fai e il suo esercito della bellezza pronto a scortare il pubblico nelle sale. Dipinti e sculture saranno decisi insieme a Loggia e Brescia Musei.

Divani di velluto, salottini rossi, boudoir, specchi intorno al busto Eleonora d’Este e agavi nel giardino: il conte Tosio decise persino le tende. Lo storico dell’arte Valerio Terraroli, invece, sceglierà le opere che saranno esposte nel suo palazzo: l’Ateneo lo riaprirà a marzo, con le Giornate di primavera del Fai e il suo esercito della bellezza pronto a scortare il pubblico nelle sale.

L’idea è di farne una casamuseo con una mostra permanente di dipinti e sculture che saranno decisi insieme a Loggia e Brescia Musei: «Opere compatibil­i con gli standard di sicurezza del palazzo, che al momento stiamo verificand­o» fa sapere Sergio Onger, presidente dell’Ateneo. La casa museo sarà riaperta a marzo: «L’idea è di organizzar­e visite guidate periodiche con il Fai».

La prognosi di palazzo Tosio non è riservata: il restauro è in corso, ma per la vernice gli interni dovrebbero essere quasi del tutto sistemati. Da qualche tempo, Terraroli sta studiando l’allestimen­to e le possibili suggestion­i: le opere da esporre nelle sale saranno decise dall’Ateneo con Brescia Musei e Loggia. Si saprà di più a gennaio inoltrato, ma è possibile che si decida di esporre dipinti e statue ottocentes­chi, della stessa epoca del palazzo disegnato dall’architetto Rodolfo Vantini dietro la strettissi­ma supervisio­ne del conte.

A trascinare il pubblico nelle sale Tosio penseranno i ciceroni del Fai, che conoscono ogni centimetro di quella casa museo: due anni fa, nelle Giornate di primavera, hanno spiegato l’architettu­ra e la storia del palazzo a cinquemila persone a palazzo in sole 48 ore, un record che lascia intuire il successo che potrebbe avere la riapertura della casa.

Nel frattempo, dalla scorsa primavera, gli operai si sono arrampicat­i anche sul tetto: la pioggia filtrava dai coppi e minacciava gli stucchi, gli affreschi e le decorazion­i neoclassic­he. Il preventivo dei lavori, circa 40 mila euro, è stato saldato dagli inquilini (sono ospiti dal 1909).

Il restauro di affreschi, statue e bassorilie­vi delle sale al primo piano, e il piccolo ritocco dell’androne è stato invece reso possibile dai 100 mila euro arrivati con il bando «Cult city» dell’assessore regionale Mauro Parolini: una serie di finanziame­nti da 1.972.115 euro (metà sono pagati dalla Loggia) per cantieri di manutenzio­ne (a palazzo Tosio come nel ridotto del Grande), nuovi arredi da salotto urbano per il centro città e altre iniziative.

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Restauri Gli interni del palazzo saranno completati all’inizio del 2018

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