Guerritore e Reggiani, mogli in crisi di coppia
E’stato scritto che «Mariti e mogli» è il film più nevrotico di Woody Allen, quello forse più amarognolo nel suo gioco crudele di sentimenti e risentimenti. Pieno di aforismi trancianti, come quello pronunciato da Sally, una dei protagonisti: «È la seconda legge della termodinamica: prima o poi tutto si muta in me. È il mio enunciato, non quello dell’Enciclopedia Britannica». Fuor di metafora, l’amore è bello finchè dura. Approda stasera (ore 20.45) all’Odeon di Lumezzane Mariti e mogli, commedia adattata per il teatro da Monica Guerritore, che la dirige e interpreta insieme a Francesca Reggiani. Un girotondo di coppie in crisi con relativi tradimenti, verità rivelate e zone oscure del desiderio. Accade tutto in una notte. Una di quelle notti molto scespiriane in cui l’imprevisto diventa vero e si assiste al dietro le quinte di un matrimonio, dove si combatte la guerriglia del quotidiano, con un occhio a Bergman e Strindberg, e un altro a Feydeau, e in cui la variabile è sempre pazza: alla fine può capitare che la coppia sull’orlo della separazione si ricompatti e che quella invece salda si disgreghi. Invece che Manhattan, la Guerritore sceglie come spazio una sala da ballo (vedi Pina Bausch) con colonna sonora che va da Louis Armstrong e Etta James. Lo spettacolo è stato fortemente voluto da Francesca Reggiani: «È vero — conferma l’attrice —. Adoro Woody Allen, autore di vertiginosa intelligenza. Ho incontrato Monica Guerritore, con cui ho lavorato insieme anni fa e con cui mi ero trovata bene. Mi si è accesa la lampadina, ho fatto la proposta. Questo è un testo universale, parla di pulsioni e tensioni che riguardano l’umanità intera. Non sarà mai datato. Mi piacciono gli “a parte”, quelle confessioni dei personaggi che si rivolgono al pubblico e sono teatro puro». Accanto alla Guerritore e alla Reggiani, nel ruolo dei mariti, troviamo Ferdinando Maddaloni e Cristian Giammarini. Pochi i posti disponibili.