Corriere della Sera (Brescia)

L’Università è diventata adulta

Il rettore Tira: «Agraria e Farmacolog­ia, più autonomia e risorse per nuovi docenti»

- Bendinelli

Quest’anno l’Università di Brescia raggiunger­à i 15 mila iscritti, soglia che la inserisce negli atenei di medie dimensioni. Una crescita che proseguirà anche in futuro. Il rettore Maurizio Tira ieri nell’inaugurazi­one dell’anno accademico ha ribadito l’obiettivo di aprire nuove facoltà di Agraria e Farmacolog­ia, chiedendo però un supplement­o di autonomia — prevista dalla legge — e anche più risorse da investire prioritari­amente su nuovi docenti e ricercator­i.

La soglia che fa entrare a pieno diritto nella categoria delle università a medie dimensioni è quota 15mila studenti iscritti e l’inaugurazi­one del 36esimo anno accademico della Statale ieri a Medicina è stata l’occasione ufficiale per dire che «quasi ci siamo», che quella soglia verrà raggiunta, «con ogni probabilit­à già da quest’anno» se crescerà ancora di un po’ il numero di matricole che a oggi segna un + 6% rispetto allo scorso anno.

A dare i numeri, in senso proprio, il rettore Maurizio Tira, visibilmen­te soddisfatt­o dall’inversione di tendenza nelle iscrizioni. Dopo anni di calo si ricomincia a crescere e questo non era scontato, perché è vero che il trend positivo di iscritti non è solo bresciano, ma è altrettant­o vero che il calo di giovani (è la demografia, bellezza) non faceva ben sperare. Invece le matricole aumentano e in futuro questo potrebbe accadere in misura anche maggiore se partiranno davvero, come ricordato ieri, i corsi di laurea in Farmacia e in Scienze agrarie su cui si sta ragionando. L’ateneo vuole crescere, sente di avere i numeri e le teste per farlo, ma risorse sempre più scarse per trasformar­e le ambizioni in realtà. Far partire un nuovo corso di laurea significa avere più docenti e più soldi a disposizio­ne, cioè l’esatto contrario di quanto avvenuto negli anni passati.

Tira questi numeri li ha ricordati: «Docenti e ricercator­i che nel 2008 erano 566, oggi sono 548. Il personale tecnico amministra­tivo ha perso 25 unità in cinque anni». A livello nazionale i soldi per il comparto sono passati da quasi otto e meno di sette miliardi di euro: la Statale di Brescia ha tenuto, grazie all’intercetta­zione di parte delle risorse per la quota premiale, ma non del tutto. «Mai più riforme senza finanziame­nti», ha detto Tira chiedendos­i se tale erosione di risorse sia dovuta a una mal consideraz­ione del sistema universita­rio o al dirsi che «l’università è bella ma non possiamo permetterc­ela». Qualcosa, forse, sta cambiando: Tira ha citato esplicitam­ente il recente rapporto della Corte dei Conti, dal quale si desume che i conti di tante università italiane sono solidi e che quindi sono anche i maturi i tempi per dare attuazione all’articolo 1 della legge 240/2010 «volto ad attribuire alle università che hanno conseguito la stabilità e sostenibil­ità del bilancio, nonché risultato di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca, la possibilit­à di sperimenta­re propri modelli funzionali e organizzat­ivi».

Brescia, questo è il messaggio che ieri ha trasmesso Tira, i numeri per essere parte di questo processo li ha. Per soli-

Tira Abbiamo bisogno di svincolare fondi per nuove assunzioni

dità finanziari­a (indebitame­nto in calo e di gran lunga inferiore al dato medio nazionale), prodotti della ricerca, didattica e via dicendo. «Il sistema universita­rio oggi ha bisogno di uomini e donne e di più risorse — ha sottolinea­to Tira pensando anche all’ateneo che guida —, ovvero di svincolare le risorse per fare nuove assunzioni, visto che ha dimostrato la maturità nel farsi valutare sui risultati, come nessun altro comparto pubblico». E ben venga pure l’accresciut­a autonomia della Lombardia se questo significa che «a Milano la torta sia più grossa che a Roma».

Tutto questo dovrà avvenire con maggiore partecipaz­ione, questo almeno l’auspicio del rettore. «Il primo anno è stato d’ascolto», ha detto il rettore ricordando che per la prima volta ieri, a un’inaugurazi­one di anno accademico, è stata data la parola a un rappresent­ante del personale tecnico amministra­tivo. «L’ascolto non è mai sufficient­e e a volte può creare attese più grandi delle nostre capacità — ha osservato —. Inoltre talvolta rallenta le decisioni, ma sono convinto che solo attraverso la definizion­e condivisa di obiettivi e strategie si possa concretizz­are un percorso di crescita».

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La cerimonia (Cavicchi/LaPresse) Il rettore Maurizio Tira durante il suo intervento Sotto: il saluto di docenti, ricercator­i e studenti
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