Golf e record Il colpo dall’Everest a quota 5.350
Il golfista gardesano sull’Everest: «L’unica difficoltà è stata la carenza di ossigeno»
Dici «Everest» e pensi a Reinhold Messner che compie la prima salita senza ossigeno al Dio del cielo (così i nepalesi hanno ribattezzato la montagna). Ma stavolta una delle più celebri «seven summits», le sette montagne sparse per il mondo che superano gli 8 mila metri, fa da scenario ad un record inaspettato: il tiro di golf più in quota, mai realizzato. Protagonista, il mese scorso, il golfista gardesano (sponda veronese, ma di casa sulle rive care a Catullo), Angelo Passamonti che all’amore per il golf, diventato una professione, ha unito la passione per la montagna. Ramponi, piccozze e, nello zaino, anche un drive per l’impresa supportata dal bresciano Andrea Pagliari, accompagnatore di media montagna dell’Associazione Mille Monti che ha curato l’organizzazione della spedizione. «Il sogno di ogni golfista è quello di arrivare sul campo di St. Andrews», dice Passamonti che nel castello scozzese, casa del golf mondiale, c’è stato insieme a Tiger Wood, Colin Montgomerie e Jack Nicklaus.
Ma il golfista gardesano realizza sull’Everest il suo personalissimo sogno e lo dedica all’amico giornalista Mario Camicia, la voce del golf italiano, scomparso qualche anno fa. Primo tiro al tramonto. Nessun green blasonato, ma le pareti rocciose nepalesi ad osservare con la loro severità. Dalla vetta del Kala Patthar (quota 5.560) parte la prima pallina. La mattina successiva è il campo base dell’Everest (quota 5.350) a fare da scenario al record entrato nel Guinness.
Fiato corto per i problemi respiratori dati dall’altitudine («è stata l’unica difficoltà della spedizione, che però era prevista», dice Pagliari). Ma il polso è fermo e il tiro (impossibile da misurare in lunghezza) arriva lontano, sotto lo sguardo incuriosito degli sherpa. L’impresa è compiuta.
«La salita è stata pianificata nel dettaglio — spiega la guida bresciana — avanzando gradualmente, proprio per evitare malesseri, ma il fermento era molto». Forse la spedizione più singolare mai organizzata dall’associazione Mille Monti che conta 400 soci, bresciani e non, e che promuove ogni mese una decina uscite sui monti di tutta Italia, soprattutto quelli bresciani, ma anche all’estero, per trekking, Nordic Walking e anche con bici o ciaspole, sotto la guida di 6 esperti.
«Siamo appena rientrati da due spedizioni, una a Madeira e l’altra a Matera». Programma fitto anche per il 2018. «Presenteremo le uscite previste per il prossimo anno il primo dicembre (ore 20) nella sala Alberi del Mo.Ca a Brescia».