Crolli di valore fino al 40%: tengono i laghi
L’impulso positivo del mercato confermato dal listino sul primo semestre 2017 è notizia che il comparto immobiliare attendeva da tempo, anche perché gli ultimi dieci anni sono stati assai grami, come suggeriscono i dati forniti agli operatori in Camera di Commercio. In città il valore dell’investimento immobiliare ha registrato nell’arco dei dieci anni una perdita di quasi il 16%, con variazioni non di poco conto tra la zona est della città (12,41%) e la Ovest (-22,66%). Di vero, come è stato ricordato, c’è soprattutto che il mercato è condizionato da invenduto ed eccesso di offerta, con prezzi assai variabili. In alcuni casi il valore degli immobili è crollato di quasi il 40%, in altri è diminuito di poco. E così vale anche per i Comuni della provincia, dove la media del calo è stata superiore al 18% (ai quali aggiungere il 14,63% di inflazione). In tale contesto, tra invenduto, usato e aste, le aree dove edificare sono quelle che hanno avuto flessioni ancora più consistenti. Restando al nuovo e agli ultimi periodi, il lago di Garda ha tenuto, così come il Sebino (forse anche per un effetto Christo, dicono gli operatori) ma il quadro è complicato. Anche per le imprese del settore che, dopo aver raggiunto le 20.623 nel 2011, sono scese nel 2017 a 18.432, oltre duemila imprese in meno. Con effetti pesanti sul piano occupazionale. Al termine della presentazione dei dati, il breve ricordo di Giuliano Marini (morto di recente), tra i principali promotori e animatori della Borsa Immobiliare di Brescia fin dal 1995 e poi rappresentante della Borsa di Brescia nel Consiglio delle Borse Immobiliari italiane a Roma. ( t.b.)