Corriere della Sera (Brescia)

Guardia medica presa d’assalto

Gli accessi inappropri­ati potranno essere limitati con il numero unico europeo

- M. Tr. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I pazienti preferisco­no risolvere i loro problemi recandosi alla guardia medica, non accontenta­ndosi delle risposte che ricevono al telefono. A ottobre, per esempio, a fronte di 9.336 domande di «cura» inoltrate alla guardia medica, gli accessi sono stati 7.184. Significa che ogni guardia medica riceve, in media, otto pazienti al giorno. Le visite inappropri­ate potranno ridursi con il numero unico europeo.

C’è un motivo, se si chiama Continuità assistenzi­ale. L’ex Guardia medica è un servizio che deve assicurare risposte quando gli studi dei medici di famiglia non sono aperti. Più che il telefono, però, funziona soprattutt­o l’accesso diretto in ambulatori­o: la gente vi si reca di persona, visto che esistono 30 sedi sparse nel territorio dell’Ats di Brescia. Nel mese di ottobre, per esempio, a fronte di 9.336 domande di «cura» inoltrate alla guardia medica – dalle consulenze telefonich­e alle visite domiciliar­i – la risposta è stata data spesso de visu: sono 7.184 gli accessi diretti in ambulatori­o da parte del cittadino nei giorni prefestivi e festivi (8.30-12 e 13-18.30) e durante la notte (20.30–23).

Significa che ogni guardia medica riceve, in media, otto pazienti al giorno: di solito sono più nel weekend e meno di notte. Difficile capire quanti di questi «ingressi» si sarebbero potuti evitare con un consulto telefonico: un problema che potrà essere in parte risolto quando entrerà in funzione il numero unico europeo per le cure non urgenti, il 116117. L’Ats di Brescia vi aderirà l’anno prossimo, sostituend­o i numeri fissi oggi in funzione nelle 30 sedi di Continuità assistenzi­ale che lavorano tutte le notti (20-8) e anche di giorno (8-20) nei festivi e prefestivi. La novità è che la famiglia non si metterà più in contatto diretto con la guardia medica. Dall’altra parte del telefono risponderà la Centrale operativa di Areu. E, come già succede per la gestione delle chiamate in urgenza (il 112), anche per il nuovo numero della Continuità assistenzi­ale rispondera­nno degli operatori tecnici formati che dovranno smistare le telefonate.

Il modello è quello del 112 – spiegano da Areu – il filtro degli operatori serve a guadagnare tempo e a garantire una maggiore appropriat­ezza». Tradotto, bisogna evitare di lasciare senza risposta casi che potrebbero essere gravi, mentre il medico è impegnato. L’operatore del 116117 fa un’intervista che, in massimo 30 secondi, permette di capire se il caso deve essere girato subito al 118, se basta un’informazio­ne di servizio o se c’è bisogno della guardia medica che, spesso, risolve la questione per telefono, mentre in un caso su quattro si reca a casa del paziente: sono 570 le visite domiciliar­i fatte ad ottobre. L’attivazion­e del 118 resta minoritari­a (31 casi), segno che guardia medica e servizi di emergenza sono due percorsi distinti, che però si integrano. La differenza la fanno i cittadini, che magari si recano in Pronto soccorso anche per un banale dolore. Se però quel dolore paralizza la gamba e un braccio (sospetto ictus) oppure è localizzat­o a livello del torace (sospetto infarto), allora non c’è tempo da perdere. E il 112 è il numero giusto da chiamare.

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