Corriere della Sera (Brescia)

Alice rinasce col karate «Il centro della mia vita»

Un’auto pirata le ha tolto l’uso delle gambe, a Pian Camuno ha ritrovato l’antica passione

- Galoppini

I chilometri tra Roverbella (dove vive) e Pian Camuno (dove si allena) sono 112, ma per il karate Alice Cavrioli sarebbe disposta a tutto. Qui è tornata a combattere dopo essere stata investita da un’auto pirata.

«Migliorabi­le, come un kata, l’espression­e di un combattime­nto. Il karateka è alla costante ricerca della perfezione, sapendo che non la troverà mai. Io sono così: posso dare il massimo ogni giorno, ma il giorno dopo ricomincio da capo per essere meglio del giorno prima».

Sette anni fa un terribile incidente le ha cambiato la vita, ma Alice Cavrioli ha reagito alla dura sentenza della sedia a rotelle ed ora è una ragazza che combatte, letteralme­nte. Stella nascente del karate paralimpic­o della Federazion­e italiana FIJLKAM, 22 anni da Roverbella (Mantova), Alice era balzata suo malgrado alle cronache nazionali dopo essere stata trovata esanime, sotto la finestra di casa sua.

Si pensò al suicidio ma, dopo il coma ed il buio, un frammento di memoria prese forma su un foglio di carta. La Cavrioli disegnò a più riprese il retro di un’automobile e fu la chiave per convincere gli inquirenti a riaprire le indagini: non fu tentato suicidio, bensì un pirata della strada.

Da allora la vita di Alice è cambiata profondame­nte, ma il karate è il fil rouge tra ciò che era prima e ciò che è adesso, «una passione nata a 11 anni. L’ho provato grazie a mia cugina e mi sono innamorata subito, abbandonan­do la danza classica», racconta.

«È una costante che mi ha fatto crescere. Ogni allenament­o è una sfida. È quel momento in cui decido di voler superare me stessa, è una filosofia di rispetto e determinaz­ione». Per coltivare la sua passione, la giovane mantovana raggiunge una volta a settimana il centro di Pian Camuno, distante da casa sua oltre 100 chilometri: «Tanta strada, quanta la passione che c’è per il karate. Allenarsi con il maestro Maffolini è speciale. Qui mi trattano come una principess­a». Proprio Francesco Maffolini, guida del karate club più grande d’Italia, l’ASD Master Rapid SKB CBL, e Cavaliere dello sport, ha avuto un ruolo chiave per Alice: «Ha salvato il mio karate quando stavo per mollare. Sapere che lui ha una così buona opinione di me mi riempie di orgoglio e sprona a dare sempre di più. Se sono sulla strada giusta, lo devo a lui». Il karate è però solo la punta dell’iceberg delle giornate super impegnate della Cavrioli. «La Alice che non fa karate è colei che sta aspettando di andare a karate», esclama con una risata. «E che nel frattempo fa servizio civile, va all’università, fa teatro, è vicepresid­ente di un centro culturale Auser a Marmirolo, canta e scrive racconti. Ho bisogno di un miracolo: giornate da 45 ore almeno!».

Nessun sogno sembra troppo grande per la studentess­a di Lingue e Culture per l’Editoria. «Mi alleno ogni giorno come se l’Olimpiade fosse domani», dice con occhi convinti e brillanti pensando al sogno olimpico. «So di essere forte e di poter valere una medaglia. Vedo i Giochi come un premio di mille sacrifici. Spero che a Parigi 2024 ci sia il karate». Una delle arte marziali più praticate al mondo è entrata nel programma olimpico (il debutto, neanche a dirlo, sarà nel 2020 a Tokyo dove è sport nazionale) ma non ancora paralimpic­o. L’argomento a cinque cerchi non può che richiamare i tanti recenti successi dell’uragano Bebe Vio, che ha stravolto l’approccio del pubblico nei confronti della disabilità. «Il suo slogan “La vita è una figata” (questo il nome del programma che l’atleta conduce in Rai, ndr) lo condivido appieno, mi piacerebbe tanto incontrare Bebe per poter conoscere quello che c’è oltre al personaggi­o televisivo», dice della campioness­a olimpica di Rio. «Anche io gioco molto con l’autoironia, pure rispetto alla mia disabilità, sebbene solo con le persone con cui ho confidenza. Non vorrei che, a disagio per una mia battuta, si sentissero le altre persone e non io». E come Bebe Vio, per Alice non esiste la paura delle differenze, che »esistono al di là di carrozzine, preferenze sessuali, razza o religione. Ogni singolo essere umano è diverso da tutti gli altri, ma nelle persone dobbiamo cercare i lati positivi e capire che dalle differenze si impara sempre qualcosa di nuovo».

Natale si avvicina e l’auspicio di Alice è speciale: «Auguro a tutti di essere autentici ed il coraggio di essere se stessi, di seguire le proprie passioni e le proprie attitudini, sapendo che col tempo si può solo migliorare».

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 ??  ?? L’incidente , il coma e l’indagine Il 3 maggio del 2010, una vicina trova nel cortile il corpo esanime di Alice. La porta di casa è chiusa, la finestra della camera al secondo piano è aperta, lei è scalza. Si pensa al suicidio. La Cavrioli viene...
L’incidente , il coma e l’indagine Il 3 maggio del 2010, una vicina trova nel cortile il corpo esanime di Alice. La porta di casa è chiusa, la finestra della camera al secondo piano è aperta, lei è scalza. Si pensa al suicidio. La Cavrioli viene...

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