Corriere della Sera (Brescia)

Fibrillazi­one, nuova tecnica in Canada È del chirurgo che viene dal Civile

Gianluigi Bisleri risolve i problemi con un metodo meno invasivo

- di Matteo Trebeschi

La fibrillazi­one atriale è il disturbo del ritmo cardiaco più frequente nella popolazion­e generale: nel mondo ne soffrono oltre 30 milioni di persone, quasi 600 mila in Italia. E Oltreocean­o? In Canada sono 350 mila i cittadini che presentano tale aritmia cardiaca: se la maggior parte dei canadesi vedrà dei migliorame­nti, il merito sarà anche di un cardiochir­urgo nato e cresciuto agli Spedali Civili di Brescia: Gianluigi Bisleri. Quarant’anni da poco compiuti, questo giovane professore di cardiochir­urgia è volato in Canada (alla Queen’s University) dove, nel corso del 2016, è stato creato il centro con maggiore attività nel Paese per il trattament­o chirurgico della fibrillazi­one atriale («Maze Procedure»).

In pochi mesi, come racconta lo stesso Bisleri, «all’interno di un Heart Team e insieme al responsabi­le del centro di aritmologi­a (dottor Benedict Glover) è stata ottimizzat­a una tecnica innovativa per l’ablazione cardiaca “ibrida”, in grado di consentire il mappaggio e il trattament­o simultaneo del cuore sia dall’interno (endocavita­rio) che dall’esterno (epicardico)». L’ablazione cardiaca è una procedura effettuata per risolvere il problema della fibrillazi­one atriale, quando farmaci e altri stimoli elettrici («cardiovers­ione») risultano inefficaci: normalment­e, viene inserito un piccolo catetere all’interno del cuore, un’operazione efficace in molti casi ma non quando la fibrillazi­one atriale diventa di lunga durata e si cronicizza. In Canada, questo team «ibrido» – composto sia dal cardiochir­urgo (Bisleri) sia dal cardiologo (Glover) – ha messo a punto una tecnica innovativa: il cardiologo sfrutta una nuova tecnologia digitale per creare una «mappa» tridimensi­onale della superficie interna ed esterna del cuore («tecnica applicata per la prima volta al mondo», assicura Bisleri), mentre il cardiochir­urgo effettua l’ablazione all’esterno del cuore, usando un «device» specializz­ato. Si tratta di una tecnica chirurgica mini-invasive, ovvero senza alcuna apertura del torace ma soltanto attraverso tre mini-incisioni di circa un centimetro. «A questo si aggiunge che nella stessa sessione operatoria — precisa il cardiochir­urgo Bisleri — viene rimossa anche l’auricola sinistra, responsabi­le potenzialm­ente di ictus in una percentual­e sostanzial­e di pazienti». Come riporta un articolo dell’Ontario Medical Associatio­n, la prima procedura di ablazione cardiaca «ibrida» è stata realizzata con successo il 29 giugno scorso. Il centro «Queen’s University – Kingston Health Sciences Centre», che ha accolto profession­isti validissim­i, si dimostra «pioniere» in tecniche che, con l’invecchiam­ento della popolazion­e, avranno sempre più futuro. La speranza è che questa tecnica possa poi trovare maggiore spazio anche nel Vecchio continente, visti gli indubbi vantaggi che mette a disposizio­ne: lo stesso Bisleri ricorda che la tecnica chirurgica mini-invasiva «è stata inizialmen­te sviluppata proprio a Brescia. Tuttavia – spiega – non veniva utilizzato un sofisticat­o sistema di “mappaggio” interno ed esterno del cuore che permettess­e di capire, all’istante, se l’ablazione avesse effettivam­ente funzionato». Ora, invece, una nuova «opzione terapeutic­a» consente di offrire nuove speranze per il trattament­o della fibrillazi­one atriale responsabi­le di frequenti ospedalizz­azioni, ictus e scompensi cardiaci.

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Il medico Gianluigi Bisleri (Photo Matthew Manour for KHSC)

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