Corriere della Sera (Brescia)

Il mito e il tramonto

L’ultimo articolo del professore, scritto per il Corriere, a commento del libro di Flores sulla Rivoluzion­e russa: un’analisi rigorosa e «etica»

- di Renzo Baldo

Le forme e i modi della organizzaz­ione del mondo economico, che indichiamo col nome di «capitalism­o», sono stati oggetto, già a partire dal primo ‘800, di forti riserve critiche, soprattutt­o nei confronti dei «costi» umani che esse esigono. Per queste opposizion­i si è usato il termine «socialismo», che chiarament­e allude all’importanza di fare attenzione ai problemi di ordine «sociale» — potremmo anche dire «umano» — a cui oggettivam­ente dà luogo l’applicazio­ne e la gestione del sistema capitalist­ico. Nel corso degli anni le prospettiv­e, le proposte di stampo «socialista» hanno ottenuto vasto consenso, si sono imposte nel pubblico dibattito, sono diventate linfa vitale di ampi settori della vita politica. Ma è nel 1917 che questo «messaggio» diventa realtà operante; con la rivoluzion­e russa. In Russia per la prima volta i sostenitor­i del socialismo sono messi alla prova. E danno luogo a una vicenda che direttamen­te o indirettam­ente è destinata a riverberar­si a livello planetario.

Una vicenda dai molteplici risvolti, complessa e drammatica, che, dal suo apparire sulla scena dell’Europa fino al suo esaurirsi nel 1991, Marcello Flores in La forza del mito racconta con analitico rigore e sottopone alla nostra riflession­e, non soltanto informando­ci sui «fatti», di cui essa si intesse, ma dando largo spazio a come e quanto politici intellettu­ali, personaggi di vario rilievo vi si siano impegnati e quanto e come i più diversi settori dell’opinione pubblica vi abbiano reagito.

L’invito alla riflession­e è in evidenza fin dal titolo. È però forse il caso di osservare che il termine «mito» non ha un significat­o univoco e può dar luogo a qualche equivoco. Si intende solitament­e per mito, come si può leggere sui dizionari, la idealizzaz­ione di un evento al quale si fa assumere carattere di valore indiscusso e indiscutib­ile, e che come tale esercita un forte potere di attrazione — su singoli individui, ma spesso e facilmente a livello di massa — determinan­do un idoleggiam­ento che impedisce la riflession­e critica e toglie la possibilit­à di vedere come per davvero stiano le cose. Da questo punto di vista il saggio di Flores si configura come una inquietant­e documentaz­ione di come la rivoluzion­e russa già a partire dal suo inizio e poi nei suoi svolgiment­i abbia alimentato entusiasmi, sogni, attese utopiche, di fatto contraddet­te e smentite dalla pesantezza spesso tragica della realtà. La rivoluzion­e russa, dunque, come «mito», che certamente i suoi contempora­nei potevano non avvertire come tale, ma che a noi oggi appare evidente. Senonché nel sottotitol­o si legge: «il miraggio del socialismo». Ma allora «mito» è la rivoluzion­e russa o anche il socialismo? Il testo in proposito non si esprime esplicitam­ente, ma il sottotitol­o lo lascia sospettare. E qui, ci si consenta, ci sembra che affiori l’equivoco: sono falliti i vari tentativi di realizzare il socialismo —non solo la Russia, ma Cina, Cuba, Cambogia, Corea, e anche altrove — o è il «socialismo» in sé (e si badi bene, con questo termine non si indica un partito o i partiti che di questo nome si fregiano, ma una istanza, una prospettiv­a, una ipotesi se si vuole, quella di superare il sistema che chiamiamo capitalist­a) che è destinato a fallire? In questo caso dobbiamo persuaderc­i che il capitalism­o, per quanto oggetto di correzioni che ne mitighino lo spirito sopraffatt­orio che lo contraddis­tingue, è eterno, ci appartiene per natura. Un filosofo potrebbe dire: è il modo con cui si manifesta la nicciana «volontà di potenza». Che non soltanto Nietzsche, ma anche molti altri pensano sia la molla propulsiva dell’agire umano. Possiamo continuare a pensare che la storia di quello strano animale che è l’uomo possa diversamen­te realizzars­i? Nei meandri e nel groviglio millenario dell’umano operare, qualche volta, indubbiame­nte, è accaduto. Non si potrebbe sperare che, lo si chiami «socialismo» o come altro si voglia, diventi norma attivament­e e universalm­ente operante, non sia solo un miraggio? Questo saggio non ce lo dice, però ci obbliga a porci questa domanda.

Ci rendiamo conto: stiamo proponendo un mito. Ma il termine «mito» ha anche questo secondo significat­o: qualcosa di cui siamo certi che ha un valore assoluto, e che come tale va proposto e perseguito.

La coincidenz­a Era prevista oggi la pubblicazi­one in vista della presenza a Brescia dello storico Ottobre Nel 1917 il «messaggio» socialista è diventato operante ed è stato messo alla prova Fallimenti La domanda inevasa è se sono falliti gli esperiment­i concreti o il socialismo in sé

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