La riscoperta di Ferdinando Bertoni e della «Musica di velluto» del ‘700
E’stato protagonista della vita musicale del Settecento veneziano, ma anche di quello europeo e il suo nome, Ferdinando Bertoni, bresciano di nascita (Salò), veneziano di adozione e compositore, è legato a una musica diventata popolare nella Repubblica di Venezia e non solo. Scrive Ardiccio Dagani nella prefazione al suo libro «La musica di velluto», un volume di 394 pagine dedicato a Ferdinando Bertoni e alla sua musica: «È, la sua, una musica copiosa e raffinata sbocciata sugli scenari vellutati e suntuosi della capitale della Repubblica di Venezia». Ma è anche, ricorda Dagani, una musica che in quegli anni riscosse un’ampia popolarità, anche se il nome dell’autore, Ferdinando Bertoni, nato nel 1725 a Salò e morto l’1 dicembre del 1813 a Desenzano, ancora oggi «appare a stento nei testi ufficiali del mondo musicale classico e nelle funzioni professionali che svolse nelle istituzioni della Repubblica veneta». Fino al 1791 Bertoni scrisse in tutto 54 tra opere e «pasticci», 13 «opere buffe» e 41 «serie». Furono rappresentate a Venezia come opere prime e andarono in scena in molte città italiane, da Genova a Torino, a Milano, Roma, Napoli ma anche a Londra.
«La musica di velluto» sarà presentato a Brescia oggi alle 18.30 alla Libreria Tarantola di via Porcellaga. Interverranno l’autore del libro don Ardiccio Dagani, il musicologo e didatta Oliver Cherubini e Daniela Lamberti didatta e pedagoga che parlerà del ruolo musicale delle donne nei conservatori veneziani al tempo di Ferdinando Bertoni. L’incontro alla libreria Tarantola si concluderà con l’esecuzione di due brani musicali opera di Ferdinando Bertoni, «Canzona per 2 flauti e pianoforte» e «Sonata per pianoforte N.2 opera 11 Andantino-Rondò». Al piano Giulio Baroni accompagnato dai flautisti Walter Guindani e Matteo Benedetti.