La stagione del Grande è spettacolare
Il sogno di Angelini: Annalisa Stroppa a Brescia
Divi planetari del pianoforte, concerti jazz, danza sperimentale e musica elettronica: la stagione 2018 del Teatro Grande è all’insegna della tradizione e della rilettura dei classici. In cartellone, artisti da 13 Paesi del mondo, dalla pianista cinese Yuja Wang al coreografo israeliano Emanuel Gat Dance. Previsto anche il ricordo di Antonio Bazzini a 200 anni dalla nascita. Ma il sogno del soprintendente Umberto Angelini è il mezzo soprano Annalisa Stroppa: da tempo la sta corteggiando per una data a Brescia.
Piume nei capelli, tacco assassino, cosce al vento e un’ossessione per gli orli corti, Yuja — «dita volanti» — Wang, pianista cinese osannata dalla critica e dalle maison parigine, aprirà la stagione con ogni probabilità in minigonna: il 12 gennaio, il maestro Lorenza Borrani dovrà ammaestrare lei e la Chamber Orchestra of Europe davanti a una platea sold out.
Classici profanati, voci sommerse, sussurri elettronici e pianiste in abiti haute
couture: nel cartellone della stagione 2018 del Teatro Grande ci sono artisti da tredici Paesi del mondo e divi planetari. La suggestione del programma secondo il soprintendente Umberto Angelini: «Da un lato, l’attenzione alla tradizione. Dall’altro, la reinvenzione dei classici e del repertorio contemporaneo oltre all’insistenza sul jazz e il mondo dell’infanzia». Capelli crespi addomesticati dal codino e scarpe da ginnastica ideologiche, l’uomo che ha cacciato da teatro un tedesco che gli aveva chiesto un pezzo degli AC/DC detesta gli smoking e le costrizioni: «Improvviso quindi suono». Quello di mister jazz Stefano Bollani non sarà solo un concerto di pianoforte, ma una performance totale e logorroica: per ascoltare il suo «Piano solo», il 26 gennaio, c’è gente disposta a fare gli sgambetti in biglietteria.
Sul podio, gli altri si sbracciano, spettinano e stropicciano il frac: lui resta immobile e si limita a gesti secchi, ieratici, da divinità. Per il Grande, il maestro coreano MyungWhun Chung è caduto in tentazione: il 14 febbraio lascerà le bacchette — venerate dai loggionisti come reliquie sacre — per sedersi al pianoforte, accompagnato dall’Ensemble del Teatro.
Tra le lezioni di Storia e le conversazioni sulla rivoluzione con Laterza, il Grande per i piccoli e i concerti del Conservatorio, si ascolteranno anche voci sommerse: «Nella Giornata della memoria, il 27 gennaio, un concerto straordinario: sentirete brani rarissimi scritti da due compositori morti nei campi di concentramento». Nel cartellone, anche gli spartiti di Antonio Bazzini: a 200 anni dalla nascita, il 17 aprile il Teatro renderà onore e grazie al compositore bresciano con un progetto su misura. «Abbiamo chiesto ad Alessandro Trebeschi un percorso particolare: ha recuperato rare trascrizioni per opera che saranno frutto di una produzione discografica. La presenteremo nei giorni del concerto».
La danza osa: il 28 febbraio, Emanuel Gat Dance, coreografo israeliano, porterà due pezzi di culto del suo pepertorio, «Gold», il racconto intimo, allusivo e silenzioso di una famiglia, e «Sacre», rilettura schizofrenica del capolavoro di Stravinsky. Nei movimenti disegnati da Angelin Preljocaj, altro coreografo di fama mondiale, trapelano le affinità elettive tra vivo e inerte: «La fresque» andrà in scena il 7 febbraio.
Il sipario della stagione si chiude con l’immagine di una Renault 4 rossa con un cadavere nel baule: il 9 maggio, Ezio Mauro porterà al Grande in prima assoluta «Aldo Moro, cronache da un sequestro», uno spettacolo fatto di voce, frammenti audio e video.
Il cartellone (date e prezzi democratici su teatrogrande.it) potrebbe allungarsi: «Ci sono altri due concerti su cui stiamo lavorando — fa sapere Angelini —. Daremo l’annuncio prima di Natale». Il soprintendente sta anche corteggiando il mezzo soprano Annalisa Stroppa: «Ci stiamo lavorando».
Umberto Angelini Per la Giornata della memoria le musiche scritte dai compositori nei campi di prigionia