Ottocento da riscoprire
Da oggi nella sede dell’AAB una selezione di opere dell’Ateneo
Una mostra all’Associazione Artisti Bresciani si offre come anteprima dell’ormai prossima riapertura della casa-museo di Palazzo Tosio. «L’Ottocento e il Novecento nelle collezioni istituzionali bresciane» rappresenta una selezione ragionata delle opere d’arte della collezione di proprietà dell’Ateneo di Brescia che — ha confermato ieri il presidente Sergio Onger — «sarà aperta nel nuovo allestimento per le giornate del Fai del 24 e 25 marzo 2018, e successivamente sarà visitabile con una certa regolarità». L’esposizione presentata ieri è una ricognizione delle stratificazioni della collezione dell’Ateneo. Da oggi fino al 17 gennaio in vicolo delle Stelle verranno infatti esposti dipinti e disegni di artisti dell’Ottocento e della prima metà del Novecento che sono via via entrati a far parte del patrimonio dell’Ateneo.
Da acquisizioni e lasciti, anche occasionali, è scaturita una collezione che tra i nuclei più significativi vede la donazione di Giovanni Renica che nel 1882 destinò all’Ateneo — indotto dalla sua galoppante cecità — centinaia tra studi, dipinti, album di disegni e fogli sparsi. Non meno rilevante il legato di Astorre Copetta che nel 1955 destinò all’Ateneo una serie di incisioni antiche di soggetto bresciano, quadri di artisti non solo bresciani, mobili e miniature.
La mostra — curata da Luigi Capretti e Francesco De Leonardis — dà quindi spazio in particolare a queste due donazioni in cui prevale la pittura di paesaggio, senza trascurare una scelta dei ritratti di alcune figure storiche dell’Accademia. Ci saranno così, di Luigi Basiletti, il noto Ritratto di gruppo con i coniugi Tosio, che l’Ateneo ha scelto come sua immagine-simbolo, e il Ritratto di Cesare Arici al quaformato le il recente restauro di Romeo Seccamani ha restituito tutta la morbidezza dei passaggi cromatici. Di Renica, oltre al ritratto eseguito da Giuseppe Ariassi, si potranno apprezzare il grandioso paesaggio alpino Alle Sorgenti dell’Adda e una serie di dipinti di piccolo con vedute di Roma, Milano e Brescia. Dalla collezione Renica Il Castello dell’Innominato di Massimo D’Azeglio e quattro studi dal vero di Giovanni Canella. Dal legato Copetta opere di Bertolotti, Bosio, Raimondo, Nodari e il Ritratto di Francesco Carini da attribuire ad un artista bresciano del terzo decennio del XIX secolo. E poi ancora i celebri Fiori di Tommaso Castellini, il Paesaggio Alpino di Faustino Joli e di Angelo Inganni il Ritratto di bambino con mazzolino di fiori.
«Questa mostra — sottolinea Massimo Tedeschi presidente Aab — è la prima di una serie di mostre programmate dall’associazione con il fine di fare conoscere a un pubblico il più vasto possibile i tesori d’arte di Ottocento e Novecento conservati da enti e istituzioni della nostra città e della nostra provincia. Tesori spesso poco noti e in qualche caso poco studiati». L’Aab in collaborazione con Brescia Musei ha in serbo, per i primi mesi del 2018, anche un’iniziativa che segna un percorso di avvicinamento alla riapertura della Pinacoteca Tosio Martinengo prevista a marzo. Si tratta di un ciclo di sei incontri dal titolo «Gli uomini e le donne che fecero l’impresa»: saranno presentate le figure che nel corso di due secoli hanno realizzato la Pinacoteca cittadina.
La collezione dell’Ateneo conta centinaia di pezzi, donati o acquistati Molte opere saranno esposte nella casamuseo che riaprirà a marzo in via Tosio