Comezzano-Cizzago Novant’anni di storia sulla via dello sviluppo
Novant’anni di unione e non sentirli. Dalla fusione forzata intervenuta l’1 dicembre 1927 all’unificazione sostanziale attraverso i servizi e le infrastrutture, il passo è stato lungo. Oggi però Comezzano-Cizzago è indiscutibilmente, e persino urbanisticamente, un’unica realtà: a saldare le distanze fra i due distinti nuclei storici, le cui identità sono tuttora legate a due distinte parrocchie, hanno provveduto i quartieri residenziali (coop La famiglia) e il Municipio sorti nella “terra di nessuno” che li separava. Nulla è stato semplice e questi novant’anni di laborioso avvicinamento hanno richiesto e meritato un racconto storico ora confluito nel volume che Giovanni Quaresmini ha scritto con il consueto acume e rigore per il comune bassaiolo («Comezzano-Cizzago novant’anni insieme. 1° dicembre 1927 - 1° dicembre 2017», Compagnia della Stampa Massetti e Rodella, la presentazione questa sera alle 20.30 nella sala polivalente di via Restelli). Ne esce lo spaccato di un paese insospettabile: il più giovane della provincia (37,9 anni l’età media), il più risparmioso quanto ad amministrazione locale (4 dipendenti per oltre 3.800 residenti). Quaresmini, che qui è stato a lungo dirigente scolastico, riserva molte pagine al farsi delle strutture e delle attività didattiche. Ma anche i tanti gruppi associati hanno il loro spazio e la loro carta d’identità: l’effetto finale è una foto di gruppo attualissima e movimentata. Le pagine storiche restituiscono invece le tante tragedie, i tanti drammi: dalle vittime della I Guerra a quelle dei mitragliamenti. E poi l’emigrazione verso l’estero, quella stagionale delle ragazze verso le risaie piemontesi per lavorare come mondine. È solo con gli anni Settanta, sindaco Fausto Nicolini, che il paese conosce una veemente modernizzazione. Acquedotto, fognature, metano, nuove scuole, Villaggio Marcolini: tutto viene progettato e realizzato in quegli anni. Nella galleria dei personaggi famosi alcune figure indimenticabili: il medico Lorenzo Castigliego, la benefattrice «zia Lisa», Madre Rachele Plebani (63 anni in Cina, passando per la guerra civile, e due soli rientri in patria), mons. Gabriele Filippini che affida al libro pagine affettuose e intimamente crepuscolari. «Nel cuore della gente del mio paese — scriveva nel ‘97 l’allora adolescente Sharon Tabaglio in un tema premiato — è impressa una regola: il lavoro è la fonte di ogni bene e qualunque fatica, anche la più umile, nobilita». Sembra il motto perfetto della gente di Comezzano-Cizzago. O forse di tutta Brescia.