Referendum sull’acqua, ok al quesito
Decisione unanime dei tre commissari. Ora al consiglio provinciale spetta la scelta politica
«Volete voi che il gestore unico del servizio idrico integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?».
Il quesito proposto dal comitato Brescia Acqua Bene Comune e sottoscritto in settembre da 54 consigli comunali, «è univoco, chiaro e articolato in modo tale da non condizionare o indirizzare l’espressione del voto». A dirlo, all’unanimità, sono i tre docenti di diritto costituzionale formanti il comitato di garanzia scelto dal Broletto (il bolognese Silvio Troilo, il bergamasco Edoardo Carlo Raffiotta e la bresciana Adriana Apostoli). Una doccia «fredda» per la Provincia, la cui maggioranza dei sindaci hanno scelto la formula mista pubblico-privata (il 40/49% della quota privata, oggi di A2A, andrà messa a gara entro fine anno). Ora, il Broletto entro un mese deve fare la sua scelta politica: basta un quarto dei consiglieri a favore ed il referendum (che per carità, è solo consultivo) si farà. Una scelta politica non da poco, visto che se si arriverà alle urne (dove non serve quorum) pare scontata la vittoria del sì. Quel che succederà è tutto da vedere. La normativa prevede un solo gestore e la quota privata oggi coperta da A2A, se non potrà entrare in Acque Bresciane con una gara, potrebbe essere riscattata da parte dei comuni (a partire da Brescia). Con quanti soldi? Altro quesito fondamentale oggi senza risposta.