Corriere della Sera (Brescia)

Stop alle nuove discariche: Aib al Tar contro la Regione

- (p.gor.)

L’Associazio­ne industrial­e bresciana fa ricorso contro il nuovo indice di pressione ambientale approvato il 2 ottobre dalla Regione, che proprio sulla scorta del caso Brescia (148 discariche per un totale di quasi 60milioni di metri cubi di scorie interrate) aveva fissato paletti più restrittiv­i. Per questo ha reso più severe le regole approvate tre anni fa, abbassando di un ulteriore 60% il quantitati­vo massimo di rifiuti smaltibili sul territorio. Con l’indice di pressione «areale» la soglia limite passa da 160mila a 64mila mc ogni 78 chilometri quadrati (ovvero un raggio di 5km dalla nuova potenziale discarica). Il fattore di pressione comunale, invece, è stato abbassato a 145mila mc per chilometro quadrato. Criteri pensati per stoppare l’autorizzaz­ione di nuove domande di discarica e rendere più ostici gli iter già in corso (Padana Green a Montichiar­i, Castella 2 a Rezzato, Cava Inferno a Ghedi, Cerca a Travagliat­o) che dovrebbero portare altri 5 milioni di mc di scorie, quando il Bresciano già ospita il 17% di tutti i rifiuti speciali d’Italia.

Aib per ora non entra nel merito del ricorso anche se è evidente che è contraria ai nuovi criteri, poiché limiterebb­ero la libertà delle imprese specializz­ate nello smaltiment­o rifiuti. Smaltiment­o che, come ha sottolinea­to in più occasioni la responsabi­le del settore attività estrattive di Aib, Daniela Grandi, viene effettuato in siti autorizzat­i e nel rispetto di tutte le normative ambientali.

Duro il commento di Marco Togni, il capogruppo della Lega Nord di Montichiar­i, paese che ha il record italiano di discariche (21 per 17 milioni di mc): «È significat­ivo che contro il nuovo indice di pressione non si sia mossa Assolombar­da ma solo l’associazio­ne bresciana. Questo fa capire quanto il giro d’affari dei rifiuti sia un business tipicament­e bresciano. Nonostante gli imprendito­ri vivano in un territorio martoriato dalle loro discariche non si fanno remore a portare avanti le loro attività, anche se ora saranno costretti a farle fuori dalla regione». Per Togni il ricorso «è un segnale molto positivo del buon lavoro fatto dalla Regione e dalla Giunta Maroni, che mette definitiva­mente a tacere quei politici che hanno definito inutile il nuovo indice di pressione. E può rassicurar­e le associazio­ni ambientali­ste».

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Ideatrice L’assessore all’Ambiente Terzi (Lega Nord) regista della nuova legge

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